La coda dell’aereo, quasi intatta, è conficcata nell’edificio che il temendo urto ha “azzannato”, senza però sbriciolarlo. Tutto attorno, dove questa mattina si è schiantato il Boeing Dreamliner 787-8 dell’Air India, è un paesaggio lunare di lamiere contorte, palazzi sventrati e anneriti, crateri spalancarsi nell’asfalto. Qui, dentro questo cimitero materializzatosi all’improvviso, i soccorritori hanno scavato ininterrottamente, per recuperare i corpi, carbonizzati, delle vittime. La “sentenza” è arrivata quasi subito dopo lo schianto: «Nessun sopravvissuto» tra le 240 persone a bordo del volo Air India 171 partito da Ahmedabad, nel nord-ovest dell'India, e diretto a Londra Gatwick. Poi una fiammata di speranza, con il ritrovamento, annunciato dalla stampa indiana, di un passeggero superstite. E' il quarantenne Vishwash Kumar Ramesh, di origine anglo-indiana, residente a Londra. «Quando mi sono alzato, c’erano corpi tutt’intorno a me», ha raccontato.
A rendere ancora più drammatico il bilancio dell’incidente, un’altra tragica fatalità: l'aereo ha investito l’edificio che ospitava gli alloggi per medici in servizio negli ospedali locali, provocando un numero imprecisato di «vittime a terra, almeno 5», secondo quanto affermato dalle autorità indiane che in serata hanno alzato però a trecento la stima totale dei morti.
Il fumo si alza dal luogo dello schianto - Reuters
La tragedia si è consumata in una manciata di minuti. Dopo il decollo, l'aereo ha lanciato una richiesta di soccorso al controllo del traffico aereo. Secondo il sito web Flightradar24, il segnale è stato perso pochi secondi dopo il decollo. Faiz Ahmed Kidwai, direttore generale della Direzione Generale dell'Aviazione Civile indiana, ha spiegato che il Boeing è precipitato nella zona residenziale di Meghani Nagar cinque minuti dopo il decollo, alle 13,38 ora locale. Secondo i dati di Flight Radar riportati dai media indiani e dalla Bbc, nel momento dell’incidente il velivolo era a un’altezza di appena 625 piedi, pari a circa 200 metri. «Ero a casa quando abbiamo sentito un rumore fortissimo», ha raccontato un residente di Ahmedabad all’agenzia di stampa indiana Pti. «Quando siamo usciti per vedere cosa fosse successo, c’era una fitta coltre di fumo nell’aria. Quando siamo arrivati qui, cadaveri e detriti dell’aereo precipitato erano sparsi ovunque». «L’aereo era in fiamme – ha raccontato un altro testimone della tragedia –. Abbiamo aiutato le persone a uscire dall’edificio e abbiamo portato i feriti in ospedale».
Secondo quanto riporta la Reuters, tra i passeggeri c'erano 217 adulti, undici bambini e due neonati. Di questi, 169 erano cittadini indiani, 53 britannici, sette portoghesi e un canadese. L’equipaggio, oltre ai due piloti, contava dieci membri.
Inevitabili le congetture su quanto accaduto. Troppo presto per formulare delle ipotesi, fanno sapere le autorità indiane. Sarebbero escluse le condizioni meteorologiche che al momento dello schianto erano stabili e serene. «Stiamo accertando i dettagli e condivideremo ulteriori aggiornamenti», ha fatto sapere Air India su X. Il Regno Unito ha annunciato l'invio in India di un team d’investigatori e specialisti incaricati di “aiutare” le autorità locali nelle indagini. Si tratta del primo incidente in assoluto di un Boeing 787. Il 787 Dreamliner, un aereo widebody bimotore, secondo quanto riportato dal sito web della Boeing ha effettuato più di cinque milioni di viaggi nei 14 anni trascorsi dal suo primo volo passeggeri. Secondo il sito web flightradar24, ne sono stati consegnati più di mille a decine di compagnie aeree. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha dato istruzioni di garantire che tutto il supporto necessario alle operazioni di soccorso fosse esteso immediatamente. Ahmedabad è la città principale dello Stato di origine di Modi, il Gujarat. «Si tratta di una tragedia che ci spezza il cuore oltre le parole», le prime parole di Modi. Con lui, è ammutolita l’intera India.
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