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giovedì 5 settembre 2013

L’APPARATURI

A Castelvertrano, nel dopoguerra, con la ripresa economica le feste religiose si susseguivano una dopo un'altra, anche perché le chiese aperte al culto erano più numerose di oggi.
Ad ogni ricorrenza del Santo la chiesa si “apparava” (arredava) con ornamenti fastosi barocchi fatti di stoffe di seta e damasco che dal tetto scendevano fino a terra ornati di angeli con frange dorate. Il Santo da
festeggiare si portava in processione, posto su un carro o a spalla, ornato di angeli di cartapesta, palme, fiori, sete e lampadine o ceri accesi. All’occorrenza “l’apparaturi” sapeva ornare a lutto la chiesa, in caso di funerali.
Tutti gli ornamenti fatti in chiesa o sul carro erano opera di don Pippinu Vaiana, detto“l’apparaturi”.   
Per Carnevale preparava “lu nannu e la nanna”, da bruciare in piazza.
Questo mestiere, per certi versi un poco diverso dagli altri, fu eseguito agli inizi del 1900 da Luigi Vaiana, che lo lasciò al figlio don Pippinu, quindi fu ereditato dal nipote Umberto ed oggi è esercitato dal pronipote Edoardo.
Quando ero giovane don Pippinu Vaiana era molto noto ai Castelvetranesi; un proverbio locale addirittura diceva: “cu t'apparà Vaiana?” Per significare: “come ti sei vestito?” oppure: “chi ti ha vestito in quel modo”?



VITO MARINO

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