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martedì 5 novembre 2013

Moro: ex sottufficiale Gdf indagato per calunnia

Perquisito dal Ros. 'Ha falsamente incolpato vertici Stato'

Un ex sottufficiale della Gdf, Giovanni Ladu, è indagato per calunnia per aver falsamente accusato i vertici istituzionali dell'epoca di non aver voluto liberare Aldo Moro pur conoscendo il luogo dove era tenuto prigioniero dalle Br. I carabinieri del Ros, apprende l'ANSA, hanno effettuato una perquisizione nei suo confronti.
Ladu - 56 anni, nato a Carbonia (Cagliari), ex brigadiere della Guardia di finanza in servizio a Novara, dove risiede - in più denunce, documenti e dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria, anche utilizzando il falso nome di Oscar Puddu, ha sostenuto che nel periodo aprile-maggio 1978, mentre da pochi giorni aveva cominciato il servizio di leva obbligatorio, era stato impiegato a Roma in via Montalcini in "servizi di controllo e vigilanza" dello stabile dove sarebbe stato prigioniero Moro. In questa veste avrebbe
appreso che, nel piano sovrastante l'appartamento in cui lo statista era segregato, c'erano apparati dei servizi segreti militari che stavano intercettando le conversazioni tra Moro e i suoi carcerieri. Di tutto ciò sarebbero stati al corrente i vertici dello Stato, che però avrebbero deciso di non intervenire, lasciando deliberatamente uccidere l'ostaggio. Le indagini della procura di Roma, affidate ai carabinieri del Ros, hanno però accertato che le circostanze riferite sono false.
L'ex sottufficiale si sarebbe "ispirato" ad alcuni articoli e pubblicazioni sulla vicenda Moro per predisporre una memoria con false notizie: tre pagine dattiloscritte che sono state consegnate alla magistratura di Novara e anche al giudice Ferdinando Imposimato, che aveva da poco pubblicato il libro "Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il giudice dell'inchiesta racconta".
Le "rivelazioni" di Ladu furono oggetto di una prima indagine della procura di Roma, cui gli atti furono trasferiti per competenza, conclusasi con l'archiviazione per mancanza di riscontri, il 15 novembre 2011.
Successivamente lo stesso Ladu avrebbe reiterato e arricchito le sue rivelazioni, attraverso decine di mail indirizzate allo stesso Imposimato, questa volta utilizzando il falso nome di Oscar Puddu e spacciandosi come "ufficiale dell'Esercito". La nuova inchiesta - condotta sempre dai carabinieri del Ros - ha portato all'individuazione di Ladu e alla sua iscrizione nel registro degli indagati. 

ANSA

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