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lunedì 18 novembre 2013

"La Sicilia seduce gli agricoltori stranieri"

"Scelta per il clima e le potenzialità del settore". Tra i contadini eccellenti Carole Bouquet e Mick Hucknall
 
PALERMO - Gli svizzeri credono parecchio nell'agricoltura italiana. E i soldi preferiscono investirli nei terreni del Belpaese piuttosto che depositarli nelle casseforti delle loro banche. Quelli che hanno già comprato in Italia sono 2.768, cioè il 16% cento dei 17.286 stranieri che hanno condiviso la loro scelta. Seguono i tedeschi, con il 15,2%, i francesi, con il 7,7%, i romeni con il 5,3%, gli statunitensi con il 4,4%, gli inglesi con il 4,3%, i belgi con il 3,3% e così via, per i primi dieci in classifica, fino al 2,8% dei venezuelani. Una novità assoluta. Ma l'aspetto più interessante è che dopo la Toscana, scelta da 2.392 imprenditori stranieri e con il 14% delle aziende agricole acquisite dagli stranieri, al secondo posto c'è la Sicilia con il 13%. In 2.206 hanno, infatti, deciso di vivere e lavorare nell'Isola. Segue, a distanza, con 1.235 imprenditori, il Veneto. Quindi il Lazio (1.215), la Campania (1.199), il Piemonte (1.049), l'Emilia Romagna (1.000), la Puglia (940), la Lombardia (824), l'Abruzzo (805), l'Umbria (720), il Friuli-Venezia Giulia (673), le Marche (584), la Calabria (555), la Sardegna (531), il Trentino-Alto Adige (437), la Liguria (370), il Molise (261), la Basilicata (260) e la Valle d'Aosta (30). I dati - elaborati dalla Coldiretti su dati Inea-Infocamere - frantumano molti luoghi comuni. Soprattutto per quanto riguarda il futuro dell'agroalimentare italiano. «Gli investimenti nelle aziende agricole - sostiene la Coldiretti - non sono infatti delocalizzabili e le opportunità di sviluppo che possono creare sono legate ai territori italiani, a differenza di quanto accade per le altre attività economiche, dove spesso il passaggio di proprietà ha fatto seguito la chiusura degli stabilimenti ed il loro trasferimento fuori dai confini nazionali». Quanto alla Sicilia, commentano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione, «il secondo posto in graduatoria è stato guadagnato grazie ad una serie di caratteristiche che dimostrano il valore dei fattori di produzione isolani, primo fra tutti il clima. Al di là dei personaggi famosi come l'attrice Carole Bouquet o il cantante Mick Hucknall dei Simply Red che hanno scelto Pantelleria e l'Etna per produrre il loro vino - aggiungono Chiarelli e Campione - se molti stranieri hanno deciso di mettere su un'impresa agricola in Sicilia vuol dire che credono nelle potenzialità di questo settore, che dimostra così di essere vitale e indispensabile per l'economia regionale». L'export dell'agroalimentare Made in Italy quest'anno raggiungerà i 34 miliardi di euro, con il vino in "pole position" con 5 miliardi. Le specialità tradizionali alimentari italiane sono 4.698, i prodotti tipici Dop/Igp 254, mentre la biodiversità conta nel Belpaese 57.468 specie animali e 12mila di flora. «Gli stranieri - sottolinea la Coldiretti - investono nell'agroalimentare Made in Italy perché gli ottimi risultati fatti segnare sul mercato estero, grazie all'immagine conquistata nel tempo, dimostrano che nel settore, anche se non c'è ancora il giusto reddito, c'è una prospettiva di futuro che non viene adeguatamente riconosciuta in Italia dove troppo spesso si preferisce guardare al contingente e non al modello di sviluppo sul quale puntare per fare crescere il Paese e cioè le leve uniche ed inimitabili di distintività come il cibo, il territorio, la tradizione, la cultura e il paesaggio.
 
 
 
 
di Giorgio Petta
 
Fonte La Sicilia

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