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martedì 26 novembre 2013

Presto sarò scarcerato ma la liberta è un incubo

La lettera di un detenuto
 
Ho passato più tempo dentro il carcere che in libertà. Sono un detenuto da quando ero giovanissimo. Ho 47 anni, ed attualmente sono ristretto al carcere di Enna. Purtroppo, e mentre lo scrivo sorrido, tra poco sarò scarcerato. Un momento che sogno da anni, ogni giorno che passa si trasforma in un incubo. Fuori da qui, infatti, io sono solo e non so dove andare.Il carcere di Enna tra i tanti che ho girato mi ha ridato la speranza e la fiducia nella vita. Da qualche mese infatti lavoro, con quello che qua dentro chiamano art. 21, pulendo le stanze dell'amministrazione e della direzione. Dopo anni di diffidenza la fiducia che mi è stata data, sia dalla direttrice del carcere che dal capo dell'area educativa, mi hanno ridato forza.La mia vita non è stata facile. Sono stato abbandonato da piccolo e ho trascorso la mia infanzia in istituto, ho lavorato e per un periodo avevo anche aperto una piccola ditta e vivevo con una ragazza di Bergamo con la quale sognavo un futuro migliore. Purtroppo quando sbagli una volta è difficile ricominciare. Per noi è tutto più complicato e spesso la strada più facile è quella di tornare a rubare.Da 19 mesi sono ad Enna. Qui ho trovato degli operatori che mi ascoltano, che mi hanno guardato, per la prima volta, come un uomo. Lavoro e ho avuto l'opportunità di frequentare la scuola e un corso professionale di computer dove ho imparato tanto. Dentro il carcere sono al caldo, ho un pasto, ho un letto, posso lavarmi. Ma appena fuori? Quando questi cancelli si apriranno io mi troverò davanti al baratro. Non ho un lavoro, non ho una famiglia, non ho soldi, non ho una casa. Io il mio debito con la giustizia l'ho pagato e voglio cambiare vita. Vivo nel terrore perché so già che se nessuno mi aiuterà io in carcere ci tornerò presto. Si parla tanto di carceri sovraffollati, di disumanità, di disservizi, io ad Enna ho ricominciato a sorridere e vorrei poterlo fare fuori, in quella società che oltre che civile dovrebbe essere responsabile dando corso a quel reinserimento di cui tanto si parla. Attraverso le pagine di questo giornale voglio chiedere aiuto perché la vita è bella e non voglio sprecarla dentro una cella di un carcere.
 
 
 
di Claudio Pomes
 
lasicilia

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