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lunedì 16 maggio 2016

Assalto a un portavalori sull'A14: spari e auto incendiate

I malviventi hanno bloccato il furgone tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena sud e si sono impossessati del bottino. Poi si sono dati alla fuga

Alcuni uomini armati hanno assaltato un portavalori sull’autostrada A14. I malviventi avrebbero dato fuoco ad alcune auto per poi
bloccare il furgone tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena Sud, in direzione nord, prima di darsi alla fuga. L'autostrada è rimasta chiusa per ore in entrambe le direzioni.

L’assalto - Il gruppo di rapinatori ha assaltato un blindato della Civis che era partito da Rimini, sparando per bloccarlo dopo averlo affiancato. Alcuni di loro sono saliti sul tetto, l’hanno aperto con un flessibile e sono riusciti a vincere la resistenza delle due guardie giurate: hanno portato via solo alcuni dei sacchi in custodia, per un valore di qualche centinaio di migliaia di euro, probabilmente perché è scattato l’allarme.

La fuga – La mossa successiva della banda è stata bloccare la carreggiata incendiando le auto, mentre alcuni complici dall’altro lato hanno bloccato il traffico, mettendo di traverso un camion. Alcuni dei malviventi hanno anche rapinato un automobilista e sono scappati con la sua una Volvo gettando a terra dei chiodi per evitare di essere seguiti. Immediatamente sono scattati i posti di blocco lungo la dorsale adriatica, soprattutto a ridosso dei caselli più vicini, quelli del Cesenate e soprattutto del Riminese, e un elicottero della Polaria si è alzato in volo da Bologna per i rapinatori.
 I precedenti - Non è la prima volta che episodi di questo tipo si verificano sulla A14. Il 26 aprile scorso un colpo era fallito al km 383,7, tra i caselli di Pescara Sud e Pescara Ovest, e il 30 settembre scorso c’è stato un altro assalto, a colpi di kalashnikov, tra Ancona Sud e Loreto-Porto Recanati. Nel 2008 invece, nel Bolognese, una decina di uomini mascherati e armati assaltarono con quattro auto, date poi alle fiamme, due furgoni portavalori nel tratto tra Castel San Pietro e San Lazzaro di Savena: il bottino fu ampiamente superiore ai tre milioni di euro..

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