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venerdì 5 luglio 2013

Chiesti 30 anni di reclusione per Matteo Messina Denaro. Pm: "E' il capo di Cosa Nostra"

Pena massima, 30 anni di reclusione per Matteo Messina Denaro. E' questa la richiesta avanzata dai pm  davanti al Tribunale di Marsala, dove il latitante castelvetranese è imputato assieme ad altri dodici suoi presunti fiancheggiatori. 
"Quando Cosa Nostra palermitana chiede a quella trapanese cosa fare per risolvere  le controversie interne lo chiede a  Matteo Messina Denaro, capo a Castelvetrano e in provincia di Trapani.  Per questo e per il vuoto che ha l'organizzazione criminale nel
capoluogo, oggi, possiamo dire che Matteo Messina Denaro è a tutti gli effetti il capo assoluto di Cosa Nostra". Con queste parole il pm Marzia Sabella ha chiuso la sua requisitoria davanti al Tribunale di Marsala. I pm hanno presentato una memoria conclusiva di 800 pagine divisa in due volumi. Il primo per gli imputati di associazione mafiosa e il secondo per gli imputati di altro reato.
E' toccato all'altro pubblico ministero Paolo Guido fare le richieste di condanna per gli imputati.
Risalvato Giovanni (25 anni di reclusione), Filardo Giovanni  (21 anni),
Ippolito Leornardo (18 anni), Panicola Vincenzo (16 anni), Arimondi Maurizio (16 anni), Catania Tonino( 21 anni), Catalanotto Lorenzo (20 anni), Cangemi Calogero (14 anni). Per questi imputati  il capo d'imputazione è associazione mafiosa.
 Queste le richiete di condanna con altro capo d'imputazione: Manzo Marco (attentato incendiario ai danni dell'abitazione del consigliere  Pasquale Calamia ) 6 anni di reclusione, Nicolosi Nicolò (attentato incendiario ai danni dell'auto e del portone dell'abitazione di Nicola Clemenza)  6 anni e sei mesi, Sammartano Filippo 5 (anni e sei mesi), Stallone Giovanni (4 anni e 2 mesi).
"Questo processo ha dato prova che la famiglia di sangue ha finito con l'essere con la famiglia mafiosa", ha iniziato così la sua requisitoria il pm Sabella.
Il riferimento è a Filippo Guttadauro, cognato di M. Messina Denaro. Fino al suo arresto, che risale al luglio 2006, ha svolto funzioni di coordinatore della famiglia mafiosa. Guttadauro esercitava, infatti, la funzione di anello di collegamento tra la consorteria mafiosa palermitana e trapanese. Dopo l'arresto il ruolo passa a Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo. 
 Gli altri familiari che hanno ruoli importanti nella famiglia mafiosa sono:  Vincenzo Panicola, cognato di Messina Denaro per aver sposato la sorella Patrizia e Giovanni Filardo suo cugino.  Di tutti gli altri imputati il pm della Dda ha tracciato un profilo e  ricordato le azioni delittuose che li hanno visti protagonisti. Alla prossima udienza fissata per il 12 luglio, le comparse conclusionali di tutte le parti civili.
Marsala.it

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