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giovedì 11 luglio 2013

Cosa nostra scopre i social network

"Pizzini” addio. Cosa nostra ha cambiato pelle e viaggia sui social network. Non lascia
dubbi l’ultimo blitz dei carabinieri di Palermo che ha portato in carcere Alessandro D’Ambrogio “u nicu” e altri 23 suoi “amici”. I “post” hanno sostituito i “pizzini” e arrivano tutti a destinazione. Come conferma il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, uno dei magistrati che hanno coordinato le indagini del Nucleo Operativo sul nuovo capomafia della “famiglia” di Porta Nuova, la più importante di Palermo. Via Facebook viaggiano saluti e «abbracci forti a tutti i detenuti»; parole di conforto a chi è chiuso in cella perché «il vero amico si conosce nei momenti di difficoltà»; richieste di pizzo discrete ma, se occorre, inequivocabili; minacce all’ex fidanzata di “u nicu” che vuole cominciare una storia con un nuovo boy friend.
E anche fotografie. Come quelle di Fabrizio Miccoli - ancora lui! - insieme con Giacomo Pampillonia, uno degli arrestati, che nel suo album su Facebook scrive: «A casa mia con Miccoli». Arriva la modernità, ma non si dimentica la tradizione. E Alessandro D’Ambrogio è la perfetta sintesi di questo mix che rende Cosa nostra un fenomeno criminale vecchio e al contempo in continua evoluzione. Perché vero è che “u nicu” gestisce gli affari della cosca servendosi, quando gli sembra più opportuno, il profilo su Facebook del suo fedelissimo Pampillonia; ma è altrettanto vero che si comporta e agisce come un boss dei bei tempi andati.
Inflessibile eppure comprensivo, duro e implacabile con gli avversari e affettuoso e comprensivo nei confronti di chi gli chiede aiuto, programmatore di nuove strategie criminali e dispensatore di consigli e pacche sulle spalle. E non è finita. Partecipa alle processioni religiose dei quartieri sotto la sua “giuridizione” e raccomanda ai “piccotti” di evitare vessazioni alle vittime di estorsione. 
«Un capomafia lungimirante - scrivono di lui i carabinieri - che ha adattato lo strumento al territorio e al conteso socio-economico del momento, sopperendo alla mancanza di danaro con i grandi introiti frutto del traffico di stupefacenti, talvolta reinvestiti in attività più o meno lecite, ma soprattutto ha mantenuto un profilo basso in termini di esposizione, riducendo al minimo le imposizioni del “pizzo” e acquisendo un largo consenso tra la popolazione». Non si finisce mai di imparare.

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