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lunedì 20 luglio 2015

Salemi. Giovani profughi del Gambia partecipano agli scavi di San Miceli


                                                   
Continua silenziosamente, ma con perseveranza la campagna di scavi archeologici presso il sito della Basilica Paleocristiana di San Miceli.  Come abbiamo riferito in un nostro precedente servizio, si tratta di una iniziativa di grande valenza non solo archeologica ma anche storica, antropologica. Dal cui esito potrebbero scaturire risultati inediti e di grande portata culturale. Ancora una volta l’operazione viene portata avanti non da una istituzione italiana. Quelle nostre trovano forse più affascinante rivolgere l’attenzione verso siti archeologici più esotici. Gli scavi infatti vengono organizzati da qualche anno dall'Andrews University del Michigan. Le ricerche sul campo sono state effettuate dalla Professoressa Elisabeth Lesns e da Professore Randall Younker della stessa università.  Come sempre, non è mancata la collaborazione logistica del comune di Salemi. Provvedendo, questa volta, a suddividere in camerette più idonee e accoglienti le ampie stanze di cui è dotata la sede dei giovani boy scouts, messa generosamente a disposizione da Susanna Grassa. La novità di quest'anno è stata la presenza di giovani profughi provenienti dal Gambia, che attualmente sono ospiti del centro di accoglienza “Terraferma” di contrada Bagnitelli. Grazie ad una convenzione stipulata tra l’associazione che gestisce il Cas e il Gruppo Archeologico XAIPE,  hanno preso parte alla campagna di scavi anche un gruppo di giovani africani a titolo assolutamente gratuito. Con una fava, non due, ma ben tre piccioni. Si sono materializzati in un colpo solo tre aspirazioni. Il sogno del ministro degli Interni Alfano, che auspicava l’utilizzo di mano d’opera gratuita. Gli obiettivi del Prefetto Falco di vedere concretizzata, sia pure saltuariamente, l’integrazione di questi soggetti. La soddisfazione di “Terraferma” che può menar vanto per avere aderito all’iniziativa. Poi dicono che i “negri” non servono a niente! Naturalmente, la campagna di scavi viene sempre condotta con la supervisione della soprintendenza BB.CC.AA di Trapani. Ma una cosa che va sottolineata con forza è il fatto il tutto ogni volta viene supportato anche dal prezioso e indispensabile contributo profuso, spesso con abnegazione, dal gruppo archeologico XAIPE . Un’associazione, questa, composta di giovani studiosi e appassionati che operano da anni, spesso non con gli adeguati riconoscimenti, e che ci mettono l’anima, la competenza e le braccia. L'area di scavo, di cui si parla è molto ampia e si trova in direzione Nord-Est, ai piedi della collina di Settesoldi, a pochi chilometri del centro abitato della città. Anche gli scavi hanno interessato la navata nord-est della Basilica. Nel corso di questa sessione sono emersi strutture murarie risalenti alla prima ed alla seconda fase di costruzione della chiesa. Da alcuni saggi estratti è emerso che la prima Basilica di IV  sec. d. C. era molto più ampia della basilica costruita successivamente dopo la distruzione della prima intorno al V sec. d.C. forse a causa di un incendio. Nell'altro saggio di scavo invece eseguito a Sud della Basilica sono venuti alla luce dei muri molto spessi che appartengono ad una struttura molto grande (forse una villa tardo romana?) anche in questa struttura è possibile notare diverse fasi di distruzione una intorno al IV sec. d.C. una verso la metà del V sec. d. C. e l'ultima che provocò la distruzione definitiva con il conseguente l'abbandono del sito intorno al VII sec. d. C.
Da questi scavi” -mi dice il dinamico e factotum direttore del gruppo archeologico XAIPE  Leonardo Lombardo – “è emerso che quello di San Miceli è un sito molto più interessante di quanto si credesse in passato poiché le strutture risalgono addirittura ad un periodo antecedente all'Editto di Costantino 313 d. C che favorì la nascita delle prime chiese cristiane e quindi si potrebbe rivelare un ottimo sito per lo studio dell'arrivo del Cristianesimo in Sicilia.” A Salemi è così. Il velo, che avvolge i misteri di fatti accaduti duemila anni fa, si squarcia ogni giorno che passa. Cosa diversa invece per i tanti episodi inquietanti del recente passato. Come in una notte buia, tutti i gatti appaiono neri. Mentre tutti sanno che così non è.
 
 
Franco Ciro Lo Re
 
 
 
 
Fonte: TP24
 

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