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giovedì 12 novembre 2015

Mazara. Divieto di dimora per il finanziere accusato di avere picchiato la moglie

La Procura aveva ipotizzato lo stalking, mentre per il gip Riccardo Alcamo i fatti contestati configurano il reato di maltrattamenti in famiglia. Una contestazione comunque molto grave. Soprattutto se
ipotizzata a carico di un rappresentante delle forze dell'ordine. Nella fattispecie, per il 42enne appuntato della Guardia di finanza Biagio Foderà,  il gip Alcamo, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora a Mazara. Il militare, mazarese, è attualmente sotto processo, davanti il giudice monocratico di Marsala Sara Quittino per lesioni personali gravissime in danno della moglie alla quale, secondo l’accusa, il 12 gennaio 2010, con calci e pugni, provocò la rottura della milza, poi asportata in ospedale. Foderà avrebbe picchiato la moglie per gelosìa. Dopo che questa gli confessò che aveva una passione per un altro uomo. Il “pestaggio” sarebbe avvenuto nella loro abitazione di Mazara del Vallo, mentre le due figlie piangevano dietro la porta della camera da letto, chiusa a chiave. La donna, comunque, per oltre cinque anni, ha negato che fu il marito a picchiarla e solo di recente si è decisa a parlare. Davanti al giudice Quittino, con l’appuntato della Guardia di finanza, in servizio alla Tenenza di Castelvetrano, sono imputati, per favoreggiamento, anche due cognati della coppia, accusati di avere cercato di coprire le responsabilità del militare. Si tratta di Pietro Titone ed Elisabetta Ferreri. Fu quest’ultima, il 12 gennaio 2010, a chiamare l’ambulanza del 118. Attirati dalle urla, arrivarono anche i genitori del Foderà, che abitano nello stesso palazzo. I familiari, secondo l’accusa, si sarebbero chiusi a riccio per proteggere il finanziere. Ciò, pare, per evitare lo “scandalo” e soprattutto per evitare una separazione che sarebbe stata troppo dolorosa per i figli della coppia. Nell’ultima udienza del processo davanti al giudice Quittino, il pm Giulia D’Alessandro ha prestato il consenso all’utilizzo di tutti gli atti svolti davanti al precedente giudice, chiedendo però di riascoltare in aula, proprio alla luce delle ultime emergenze investigative, la moglie dell’imputato. Ciò dovrebbe avvenire il prossimo 9 febbraio. Nell’ambito degli sviluppi più recenti di questa vicenda è nato il procedimento che vede coinvolto il tenente della Guardia di finanza Donato Niro, nei cui atti processuali risulta che il Foderà e il suo collega Mirabile hanno minacciato il procuratore Alberto Di Pisa e il luogotenente Antonio Lubrano, ovvero coloro che avevano svolto le indagini sul “caso Foderà”.



Fonte: TP24.it

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