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domenica 15 novembre 2015

Morta una signora a Marsala. Avvelenamento da mandragora?Come distinguerla dalla borragine

A pochi giorni dall'allarme a Marsala riguardante la vendita di mandragora mista a borragine da parte di venditori ambulanti, una signora di 78 anni è morta all’ospedalePaolo Borsellino e c’è il sospetto che possa trattarsi proprio di un caso di
avvelenamento da mandragora. L.M., queste le iniziali della signora, originaria della Valle del Belice ma residente nel centro storico di Marsala, la sera che si è sentita male ha comprato da un ambulante della verdura del tipo borragine e dopo averla cotta l’ha mangiata; dopo qualche ora ha iniziato a star male e chiamata la figlia è stata portata in ospedale da un’ambulanza. Viste le sue condizioni, che sono apparse subito gravi, si è pensato in un primo momento ad un ictus, ma i medici credono possa trattarsi di qualcosa di tossico che la donna abbia ingerito. Per essere sicuri, dal momento che non c’è certezza sulle effettive cause del decesso è stata disposta l’autopsia sul corpo, e in attesa dell’indagine autoptico, indagano anche i carabinieri della Compagnia di Marsala. Se su questo caso bisognerà attendere l'esito dell'autopsia per sapere se davvero si sia tratta da avvelenamento, diversi sono stati in Sicilia i casi di persone avvelenate da questa pianta spontanea scambiata per borragine. Ricordiamo nel 2012 un uomo a trapani, finito in coma e salvato da un antidoto di fisostigmina e una donna palermitana (caso più leggero), ricoverata all’ospedale Ingrassia di Palermo subito dopo aver mangiato la verdura.
L'autunno in Sicilia è il periodo in cui, come da antica tradizione, aumenta il consumo delle verdure spontanee come la Brassicura Fruticulosa, in Sicilia nota come cavuliceddu, cauriciellu, oqualeddu del trapanese e soprattutto la borragine (Borago Officinalis). Sono piante erbacee spontanee che in un passato non troppo lontano, assieme a funghi e ai frutti di bosco costituivano una fondamentale risorsa alimentare per la popolazione. Se il qualeddu ha proprie caratteristiche che lo rendono facilmente distinguibile, con le foglie larghe e piccoli fiori a grappoli gialli, la borragine, specie per chi non la conosce bene, può essere scambiata con una pianta molto simile nella conformazione generale e nei colori dei fiori che è la mandragora (Mandragora Autumnalis), pianta non commestibile che non fa parte come le precedenti della categoria delle alimurgiche, cioè prive di sostanze velenose o comunque dannose per l’organismo
La mandragora che rientra nelle solonacee produce, infatti, gli alcaloidi tropanici che nel corpo umano provocano aumento del ritmo cardiaco, vasodilatazione, inibizione delle secrezioni salivari, gastriche e pancreatiche, sudorazione, disorientamento e possono provocare anche allucinazioni, delirio e confusione mentale e nei casi più gravi possono portare al coma e alla morte.
Non è il caso di lanciare allarmi che potrebbero risultare infondati, tutto è ancora da verificare, ma in ogni caso per scongiurare ogni pericolo, l’unico modo per chi compra o va nei campi alla ricerca di borragine, ed evitare un avvelenamento da mandragora, è quello di conoscere esattamente le due specie di piante, che seppur simili, una volta assimilate le differenze non potranno più essere confuse.
La borragine, nel medioevo descritta come “generatrice di buon sangue” perchè si era dimostrata pianta dalle discrete proprietà salutari è una pianta con il fusto spesso e peloso, molto ramificata e può arrivare fino a 50 cm di altezza. Le sue foglie sono dure, ovali, verde scuro con i margini ondulati e ricoperte da una fitta peluria. I fiori, piccolini, sono a forma di stella di un bellissimo blu-violetto molto intenso e disposti a grappolo.
La mandragora, alta 5-15 cm, con radice grande, fusiforme, ha le foglie prive di peli o quasi, ovato-spatolate, bordo dentellato. I suoi fiori sono solitari, violacei, nascenti alla base della pianta. Fiorisce in autunno, è rara e cresce in campi incolti, aridi, lungo le siepi.


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