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venerdì 18 aprile 2014

La «fabbrica» dei falsi incidenti stradali

Procura. Blitz della Polstrada: arrestati una guardia giurata e due vigili urbani, sospesi per due mesi anche due avvocati 

«Scusi, lei sta male? Le propongo un affare: racconti di essere rimasto vittima di un incidente stradale e si faccia refertare; al resto penseremo io ed i miei amici».Sembra incredibile, eppure, stando a quanto chiarito in sede di indagine da personale della squadra di polizia giudiziaria del Compartimento di polizia stradale di Catania, era esattamente ciò che poteva accadere varcando la soglia del pronto soccorso dell'ospedale «Garibaldi». Ciò, almeno, se di turno si
trovava la guardia particolare giurata Giuseppe Santo Privitera, 49 anni, considerato il principale componente di una organizzazione specializzata nelle truffe alle compagnie assicurative attraverso falsi incidenti.Un'organizzazione in cui tutti i ruoli, stando all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Laura Benanti e sollecitata dalla Procura della Repubblica, erano perfettamente coperti. Compresi quelli - udite udite... - dei vigili urbani e persino degli avvocati, i quali con le loro rispettive competenze avrebbero reso i sinistri più credibili e le pratiche di rimborso più "solide".Non a caso, oltre che il Privitera, il provvedimento restrittivo ha raggiunto l'ispettore dei vigili urbani Salvatore Saeli, di 55 anni, nonché il suo collega e pari grado Attilio Mazzara, 52 anni, al quale sono stati concessi, però, gli arresti domiciliari.Sospensione dall'esercizio della professione per due mesi, invece, per gli avvocati Girolamo Graziano Miraldi e Rosario Mauro Privitera, entrambi del Foro di Catania, i quali sarebbero stati gli unici legali a seguire i 20 sinistri finiti sotto la lente di ingrandimento degli investigatori.Le truffe, per cui sono state indagate altre 53 persone (una cinquantaquattresima, ma al di fuori dall'organizzazione del Privitera, è un terzo ispettore dei vigili urbani sospettato di avere redatto due rapporti falsi relativi ad altrettanti sinistri "ideati" per ottenere un ingiusto indennizzo assicurativo), sono state scoperte grazie agli stessi colleghi dei vigili urbani arrestati, i quali, compreso che Saeli e Mazzara erano artefici o addirittura invischiati in qualcosa di poco legale, avevano fatto sì che una segnalazione apposita arrivasse su un tavolo della Procura.La delega alla Polstrada ha determinato l'avvio di intercettazioni telefoniche e ambientali, l'analisi dei tabulati telefonici, nonché l'avvio di appostamenti e pedinamenti che hanno portato in emersione i 20 sinistri già indicati e rilevati fra l'aprile e l'ottobre del 2011. Secondo quanto riferito dagli investigatori, gli atti relativi agli incidenti in questione erano sempre redatti da un solo vigile urbano e, per di più, quando tale vigile urbano risultava libero dal servizio, se non in congedo o in malattia; gli incidenti erano con feriti mai soccorsi da ambulanza; nei rapporti dei vigili urbani non c'erano mai rilievi planimetrici completi; tutti i referti medici (eccetto due) erano redatti al "Garibaldi"; tutti le pratiche erano curate dagli avvocati Miraldi e Privitera.Inoltre, sottolineano alla Polstrada, le persone infortunate risultavano essere materialmente giunte in ospedale in orari incompatibili, in alcuni casi addirittura antecedenti, rispetto a quelli dell'asserito incidente. Un atteggiamento non si sa se più grossolano o arrogante, da parte di chi è convinto di poterla sempre fare franca.Non è detto, puntualizza la Polstrada, che gli incidenti fossero falsi in toto, ma tali sinistri sarebbero stati «modificati artificiosamente nella dinamica, nei protagonisti e nei luoghi in modo da poter approdare al risarcimento».I cinque indagati sono gravemente indiziati di far parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni delle compagnie di assicurazione e falsità ideologiche in atti pubblici.


lasicilia

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