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giovedì 20 febbraio 2014

Esclusiva: ritirato in Italia il Salame Milano Fiorucci contaminato da Escherichia coli. Intervista a Caprioli dell’Iss


Ieri sera è scattata l’allerta anche in Italia per il Salame Milano affettato, marcato Fiorucci, che è stato ritirato da tutti i supermercati perché nel corso delle analisi di laboratorio è stato trovato l’Escherichia coli  VTEC produttore di shigatossina, un batterio pericoloso responsabile della famosa epidemia dei germogli di fienogreco che in Germania due anni fa ha colpito centinaia di persone e provocato oltre 50 morti.
Secondo le informazioni raccolte da Il Fatto Alimentare, il ritiro è stato deciso volontariamente dalla società prorietaria del marchio Fiorucci, la Campofrío Food Group, durante dei controlli interni.  L’azienda precisa che il batterio può causare crampi allo stomaco, vomito e diarrea.
In Italia (vedi foto a lato) sono state richiamate le confezioni da 50g (lotto 2014, scadenza 21 aprile 2014) e da 60g e da 70g (lotto 2114, scadenza 6 maggio 2014) a seguito del rilevamento dell’E. coli in uno dei campioni analizzati, durante un controllo di routine in Austria.

Il salame Fiorucci, prodotto in Italia e confezionato in buste da 80 grammi, è stato distribuito in Austria, Olanda, Belgio e Malta. In Olanda sono state ritirate 4.230 confezioni. L’allerta europea è scattata ufficialmente da cinque giorni.
In un documento ancora ufficioso si dice che “la  presenza è stata riscontrata solo su uno dei campioni analizzati in laboratorio e non sull’intero lotto di produzione. Dopo controlli e analisi particolareggiate, e assicura che in nessun altro campione di prodotto appartenente a lotti realizzati successivamente, è stato rilevato il suddetto microrganismo. Nonostante questo, in applicazione del principio precauzionale, la Cesare Fiorucci, volendo garantire il massimo livello qualitativo dei propri prodotti, ha immediatamente provveduto ad attivare la procedura di richiamo del Salame Milano affettato dal mercato in Austria, Italia, Olanda e Belgio dove il lotto è stato distribuito”.

«La contaminazione della carne bovina con Escherichia coli VTEC – precisa Alfredo Caprioli responsabile del Laboratorio Nazionale ed Europeo di Riferimento per E.coli presso l’ISS -  è un problema emergente in Europa, anche per l’aumentato numero di controlli che vengono effettuati dopo il focolaio epidemico del 2011 in Germania, che ha causato oltre 50 morti ed è stato causato da un ceppo appartenente a questo gruppo di Escherichia coli patogeno. Nel 2013, le segnalazioni di allerta del sistema europeo RASFF per contaminazione da VTEC in prodotti carnei sono state più di 50, rispetto alle 15 dell’anno precedente. Molti Paesi europei, inclusa l’Italia, hanno infatti inserito la ricerca di questi patogeni tra i controlli effettuati sui prodotti carnei, soprattutto quelli importati da paesi extra-europei».

«La contaminazione da Escherichia coli VTEC  – prosegue Caprioli – può riguardare anche i formaggi ottenuti da latte non pastorizzato, come ha evidenziato il ritiro del formaggio Roquefort di Carrefouravvenuto cinque giorni fa. Anche il latte bovino consumato crudo può costituire una fonte di infezione da VTEC. Per questo motivo il Ministero della salute italiano ha imposto che sui distributori automatici di latte crudo sia esposto l’invito a bollire il prodotto prima».

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