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mercoledì 12 febbraio 2014

Rubate le campane della Madrice a Salemi, Sgarbi: «Questa città ormai dimenticata»



AGOSTINA MARCHESE
SALEMI. Un singolare furto quello avvenuto la notte tra il 6 e il 7 febbraio a Salemi. Ad essere rubate tre delle sei storiche campane che dopo il restauro del 2011 avevano trovato spazio nel cortile esterno retrostante l’ex chiesa Madre. Le campane, le più piccole tra tutte, facevano parte del corredo religioso dell’ex chiesa madre databile tra il XVII e il XVIII secolo. Una razzia, avvenuta in maniera alquanto silenziosa, che lascia l’amaro in bocca in città soprattutto per l’inestimabile valore storico e artistico che esse rivestono. Le opere nel 2011 erano state oggetto di restauro da parte di alcuni professionisti coordinati dalla Fondazione Sgarbi, l’associazione fortemente voluta dall’allora sindaco Vittorio Sgarbi che si occupava di promuovere e diffondere espressioni della cultura e dell'arte recuperando anche il patrimonio artistico, storico e culturale abbandonato. Uno spazio ecclesiastico rinato, quello della torre campanaria dell'ex Chiesa Madre, abbandonata dopo il
terremoto del '68 che dopo l’inaugurazione da parte del Vescovo Mogavero era diventato uno spazio culturale ma poi lasciato in preda al vandalismo. Cinque le campane in oggetto appartenenti all’ex Chiesa Madre e ad agli edifici sacri di Salemi, salvate in primo momento dal responsabile dei cantonieri del Comune Nitto Di Dia, e custodite nel deposito dell’ufficio manutenzione. Ad affiancare le campane scomparse appartenenti tutte dell’ex Chiesa Madre, di cui una di recente restauro sempre ad opera del Comune, una campana risalente al 1545, la più grande, e appartenente alla Chiesa di Sant’Agostino; la rarissima campana dell’orologio dell’ex Chiesa Madre, proveniente dall’Inghilterra, e una campana di media grandezza che riporta la scritta Julianus me fecit 1453, la più antica, fusa a Tortorici antecedente la costruzione della Chiesa e per fortuna ancora in loco. «Più volte - come conferma il seminarista Alessandro Palermo - era stato chiesto di spostare le opere nella chiesa di sant’Agostino così come prevedeva il progetto originario, ma nessuno ha provveduto. La cosa che dà più fastidio - continua il seminarista- è l'indifferenza e il disinteresse contro quei beni comuni che conservano e testimoniano la storia del territorio che in maniera indiretta hanno permesso l'avvenimento di questo furto; se si continua su questa brutta strada stiamo certi che riavremo altri furti». Dure le parole di Vittorio Sgarbi ex sindaco e critico d’arte: «Il suono delle campane è la voce della città, è un furto che ha una sua logica in una città che è scomparsa dalla carta geografica e che nessuno sa più che esiste, che ha perso la voce. Era inevitabile che succedesse in una città governata da gente distratta e incapace, la quale non ama Salemi e non capisce Salemi». Sulla vicenda, indagano i carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo, seguendo la pista dell’attività di furto di metalli.

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