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giovedì 13 febbraio 2014

Il pentimento di padre Nuvola "Chiedo scusa sono un malato"

Padre Aldo Nuvola, accusato di pagare minorenni in cambio di sesso, crolla al quarto giorno di carcere, nella sua cella dell'Ucciardone dove si trova in isolamento. "Ho bisogno d'aiuto, sono malato e ho peccato contro la Chiesa", ha detto ai suoi legali


Piange, chiede scusa alla città, alla chiesa e alla famiglia. Chiede aiuto psichico e fisico. Padre Aldo Nuvola, accusato di pagare minorenni in cambio di sesso, crolla al quarto giorno di carcere, nella sua cella dell'Ucciardone dove si trova in isolamento.

Le lacrime e il pentimento arrivano dopo che i suoi avvocati, Nino Caleca, Marcello Montalbano e Mario Zito, gli comunicano che la Curia lo ha sospeso a divinis, il che significa che il prete non potrà più celebrare messa e confessare. La diocesi sta anche meditando le dimissioni dell'ex parroco di Regina Pacis. "Ho bisogno d'aiuto, sono malato e ho peccato contro la Chiesa ", ha detto il sacerdote piangendo ai suoi legali ieri mattina.

Padre Nuvola non nega la sua posizione processuale, parzialmente ammessa davanti ai pm durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto, ma ci tiene a dire: "Non credevo che quei ragazzi fossero minorenni". La richiesta di perdono non era stata, invece, nemmeno accennata davanti ai magistrati e ai carabinieri dopo l'arresto. Padre Aldo Nuvola avrebbe ostentato sicurezza e nessun segnale di dispiacere per quell'accusa così infamante.

Al prete i carabinieri sono arrivati durante l'indagine sulla morte di Massimo Pandolfo, l'imprenditore ucciso a coltellate nella zona del Teatro del Sole, Acqua dei Corsari. Il diciassettenne arrestato per quell'omicidio telefonò a padre Nuvola 16 minuti dopo il delitto e davanti ai pm ha riferito: "Ho detto al prete che avevo ucciso un uomo ". Padre Aldo Nuvola 
anche ieri, ai suoi legali, ha ribadito: "Non ricordo il contenuto di quella confessione come accade per tutte le altre. Lo ritengo un dono divino". Ma per quella dimenticanza il prete potrebbe rischiare di essere indagato per favoreggiamento, accusa paventata anche per alcune telefonate con ladri e rapinatori che gli avrebbero riferito di colpi messi a segno. "Non è vero  -  ha detto il prete agli avvocati  -  ma se è il caso chiederò ai magistrati di essere sentito

Romina Marceca

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