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giovedì 21 marzo 2013

Trapani – Respinge ogni accusa l’ex comandante della squadra nautica della questura di Trapani, Gaetano Priulla, cinquantasei anni, ispettore di polizia in pensione, ascoltato ieri dal Tribunale di Trapani, nel processo che lo vede imputato per violenza sessuale, minacce e stalking. L’ispettore avrebbe abusato dell’ex amante, di quarantadue anni, moglie di un collega, con la quale ha intrattenuto una breve relazione extraconiugale. Il procedimento scaturisce dalla denuncia presentata dalla donna, che si è costituita parte civile. Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata costretta, con forza, ad avere rapporti sessuali con l’uomo. L’ex amante ha riferito di avere intrattenuto per un periodo una relazione extraconiugale con l'imputato. Nel gennaio di due anni fa avrebbe deciso di troncare il rapporto. Priulla, contrario alla fine della relazione, l’avrebbe condotta in un’abitazione e sottoposta a violenza sessuale. Il sovrintendente avrebbe anche minacciato l’amante di ritorsioni nei confronti del marito nel caso in cui avesse concluso la relazione e denunciato i fatti alla polizia. “Contro di me ci sono solo accuse false ed abominevoli. Non mi sono mai macchiato di nulla”. Gaetano Priulla, respingendo le accuse, ha sostenuto in aula che la relazione non si è mai interrotta. “Anche dopo che il marito ha scoperto tutto – afferma l’imputato – abbiamo continuato a frequentarci”. Priulla ha aggiunto di avere anche tentato di interrompere il rapporto: “Volevo porre fine a questa relazione impossibile”, ma l’amante avrebbe continuato a cercarlo. Nell’udienza di dicembre, il sovrintendente, tramite il suo difensore, Donatella Buscaino, ha dichiarato di potere dimostrare la falsità delle accuse che gli vengono contestate. Si è detto pronto a consegnare ai giudici quattro telefoni cellulari e dodici sim utilizzati da lui e l’amante durante la relazione. Gli apparecchi contengono 116 messaggi che lui ha già provveduto a trascrivere, attraverso i quali è possibile accertare il tenore dei rapporti da lui intrattenuti con la presunta vittima. L’avvocato difensore aveva chiesto al Tribunale di nominare un perito per disporre la trascrizione, ma il pubblico ministero, Paolo Di Sciuva, si era riservato di pronunciarsi solo dopo l’audizione dell’imputato. Secondo il legale di parte civile, l’avv. Nino Sugamele, la produzione andava fatta in fase d’indagine, rilevando l’intempestività e l’irritualità della richiesta ed opponendosi all’acquisizione del materiale. La donna, sentita nel corso del dibattimento, ha dichiarato che dopo che lasciò il sovrintendente, lui avrebbe iniziato a perseguitarla. Ribadendo che nel corso di un incontro avrebbe anche abusato di lei costringendola a subire un rapporto sessuale. “Era consenziente”, ha ribattuto Priulla respingendo ogni accusa. Nella prossima udienza si assisterà alla requisitoria del pm Di Sciuva e alle arringhe degli avvocati di parte civile e difesa.

Fonte: SICILIAUNOPOLIS

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