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domenica 10 marzo 2013

Valderice, arrestata una suora di 76 anni. Botte e cibo scaduto nella casa - famiglia

Botte, minacce, punizioni, alimenti scaduti
Una casa famiglia trasformata in un lager in provincia di Trapani. In manette una suora di 76 anni, posta ai domiciliari, indagata insieme ad un'altra religiosa e a quattro dipendenti dell'Istituto Pio X di Valderice. Rispondono di maltrattamenti verso fanciulli e lesioni personali. I provvedimenti, eseguiti dai poliziotti della Sezione Reati contro la Persona - Unità Violenza sui Minori della questura trapanese, sono stati emessi dal Massimo Corleo su richiesta dei sostituti procuratori Anna Trinchillo e Franco Belvisi.
L'INDAGINE - Destinataria della misura degli arresti domiciliari suor Teresa Mandirà, 76enne di Mazara del Vallo; divieto di avvicinamento per un'altra religiosa, la camerunense Yvonne Noah, domiciliata a Velderice, e i dipendenti Maria Mazzara, 50 anni, di Buseto Palizzolo, Carlo Cammarata, 49 anni, di Alcamo, e Laura Milana, 34 anni, di Valderice; infine, divieto di dimora nella provincia di Trapani e a Palermo per Giuseppa Ruggeri, dipendente. L'indagine è partita dalla denuncia presentata dai genitori di un bambino di 8 anni affidato, su provvedimento del Tribunale dei Minorenni di Palermo, all'istituto: hanno raccontato di avere saputo dal figlio che era stato più volte percosso da alcuni istruttori, soprattutto da Suor Teresa, da Milana e Cammarata. Parole confermate da altri minori, uno dei quali aveva ripreso col telefonino suor Teresa mentre picchiava il piccolo ospite.
LA LETTERINA - I minori, ascoltati con personale specializzato e sostegno psicologico, hanno riferito di numerosi episodi di violenza fisica e psicologica dagli indagati «che utilizzavano la violenza - spiegano gli investigatori - quale costante strumento di correzione anche per le più inconsistenti motivazioni». Le botte così si accompagnavano a vessazioni come il servire alimenti in cattivo stato di conservazione o tenere i sistemi di riscaldamento spenti o ancora far utilizzare le docce con l'acqua fredda. E, ancora offese, come l'accusa di appartenere a famiglie di pregiudicati; ai piccoli talvolta, per dissuaderli a denunciare quanto accadeva, veniva minacciato il trasferimento ad altri istituti nel palermitano, allontanandoli così dalle famiglie d'origine. Quadro avvalorato dai genitori, da alcuni operatori dei servizi sociali e da insegnanti che avevano ricevuto delle confidenze. Ad uno di questi, in particolare, un bambino aveva consegnato una letterina da far avere al «giudice», con la quale chiedeva di farlo uscire dal centro e di farlo tornare alla sua famiglia. Con provvedimento d'urgenza, i minori sono stati trasferiti in altri centri specializzati. (fonte: Agi)

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