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lunedì 6 maggio 2013

I FANTASMI DELLA NOTTE - di Davide Ignazio Interrante

Le conseguenze negative della crisi economica mandano sempre più persone sul lastrico, che per sbarcare il lunario sono costrette, spesso, a lavori difficili e lontani dal sentire comune. E’ il caso di tutte quelle persone che, soprattutto nelle città, raccolgono oggetti dalla spazzatura, di notte, per poi venderli al mercato. Il loro lavoro non è né accettato come tale, né riconosciuto: essi sono i fantasmi della notte.

Si aggirano per le vie di Palermo, quasi esclusivamente di notte, e scavano fra i rifiuti come fossero esperti archeologi, essi cercano forse l’archè della loro esistenza o il nichilismo di questo tempo o più semplicemente il modo di sopravvivere ad una società che getta ai
margini l’uomo, la sacra sensibilità, la stessa natura dell’umanità. Sono gli ultimi, gli ultimi degli ultimi, fra i rifiuti e rifiutati essi stessi e sembrano essere lì per ricordarci la natura del nostro Io, capace di accettare la loro condizione senza battere ciglia, capace di girare per il mondo senza muovere un passo verso di loro. E’ tutto ormai così schematicamente stabilito e stupidamente confezionato ch’è difficile opporsi a questo sistema di cose, sia per loro: i fantasmi della notte, che per noi: cittadini del “vecchio presente” . Una misura incolmabile, uno spazio quasi eterno, una società con pezzi distantissimi fra di loro, un sistema di caste non combattuto, non dichiarato e pertanto non accettato.
Gli archeologi della monnezza sono persone comuni sull’orlo della disperazione, sanno di essere personaggi verghiani e combattono quotidianamente inseguendo vittorie di Pirro,   eppure pur essendo funamboli inseguiti dalla malasorte riescono a trovare il coraggio di sorridere in questa contemporaneità sorda e muta, e se pur sembrano impauriti sono solo foglie al vento, che volano fra i rifiuti per non morire di fame o tormento.
Tutto quello che raccolgono lo caricano su un’ape o su una vecchia macchina per portarlo al mercato e su un plaid vecchio e malandato si adagiano oggetti di tutti i tipi: vestiti, scarpe, libri, stoviglie, quadri, portagioie tristi e infelici ... ruote di biciclette, specchietti di motorini, televisori antichi che la gente ha sostituito coi nuovi modelli con tecnologia digitale, cianfrusaglie di ogni tipo… cose comprate spesso da poveri e stranieri.
Questo l’epilogo del lavoro dei fantasmi della notte, che, alla giornata, come api ronzanti notturne nei campi di questa storia, nel fiore di questa crisi, dagli scarsi proventi del mercato, fanno riemergere l’utile dal superfluo facendo vivere, al meno peggio, le loro famiglie.
                                                                       Davide Ignazio Interrante

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