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venerdì 1 febbraio 2013

SALEMI - Salemi. Dopo gli arresti, salta l’accordo con la multinazionale dell’eolico “GDF Suez Energie”

Rien ne va plus? Parrebbe di si,almeno per il momento. Dopo il danno la beffa? Si spera di no.
Ma dopo l’incontro con la Commissione Straordinaria del Comune di Salemi la conferma è deludente. Ciò che temevamo si è puntualmente avverato. Stiamo parlando delle pale eoliche che impunemente oltraggiano e deturpano gran parte del territorio di Salemi. E senza qualcuno che onori il debito. Un patrimonio paesaggistico senza uguali, deturpato da una dissennata e non programmata politica sull’energia alternativa in Sicilia. Succede così che ti ritrovi, da un giorno all’altro, la tua terra infestata da antiestetici mulini a vento e da colate di cemento. Magari nei pressi di sito archeologico o a pochi passi dal Gretto di Burri, senza che le più note associazioni battano ciglio, in nome di equivoco ambientalismo. Ma anche almeno ufficialmente, in assenza di accordi, limiti e royalties con l’ente comune. Insomma senza avere contabilizzato la somma d’indennizzo per il danno subito. A Salemi, fino allo scioglimento per mafia, nonostante i rivoluzionari proclami di Vittorio Sgarbi, non solo non si era visto una pala eolica abbattuta ma non si era visto nemmeno il becco di un quattrino come risarcimento. Dopo l’ insediamento della Commissione Straordinaria, il prefetto Leopoldo Falco che la presiede, ha tentato silenziosamente di recuperare il tempo preziosamente perduto. Tentare di fare entrare nelle casse comunali quanto dovuto, non è roba da poco. In tempi di vacche magre e in regime di tagli generalizzati è quanto di meglio che ci si possa attendere. Riuscire ad intavolare una trattativa, a cose fatte, con una multinazionale non è impresa facile. Nel caso nostro si tratta della francese " Gdf Suez Energie", una delle aziende leader nel settore delle energie rinnovabili. Lo scrivemmo nel mese di ottobre. Con contatti già avviati, le trattative sembravano essere giunte in dirittura d’arrivo. L’accordo prevedeva il pagamento delle royalties relative al parco eolico di circa 50 pale, presente già da anni nei pressi dell’amena contrada Torretta, sulla statale che porta a Marsala. Una lunga teoria di lussureggianti vigneti, unici in Europa, su cui incombono questi mostri rotanti, che tra l’altro, secondo studi di specialisti, sarebbero in grado di modificare il microclima che alla lunga danneggerebbero le coltivazioni. L’indennizzo per l’impatto ambientale si sarebbe aggirato attorno ai 400 mila euro – dissero allora i commissari e confermato nell’ultima conferenza stampa di mercoledì scorso- per il 2010. Mentre dal 2011 in poi, il Comune avrebbe usufruito di un benefit, come fornitura in prestazione, pari al 2% dell’energia prodotta. Il tutto per la durata di 30 anni. E’ sufficiente fare una moltiplicazione per capire che non stiamo parlando di noccioline. Le trattative sembravano essere arrivati in porto. “Fino al giorno prima degli arresti quelli della Suez erano disponibili a chiudere l’accordo – precisa il Prefetto Falco- poi hanno assunto un comportamento strano e incomprensibile. C’è da chiedersi chi è che non vuole che la Suez paghi?”. Gli arresti cui fa riferimento il Prefetto sono quelli che hanno interessato alcuni salemitano che fece dire al procuratore di Marsala Alberto Di Pisa che “Ancora una volta la Sicilia è al centro di grosse transazioni finanziarie”, mentre per il sostituto procuratore Dino Petralia, titolare dell’inchiesta, ebbe a spiegare che “la nostra indagine rappresenta un frammento di un caso di riciclaggio molto più grande, di circa 12,9 milioni di euro, su cui sta indagando la Procura di Milano con la quale abbiamo collaborato”. A questo punto sembra che la strada obbligata sia quella di un altro contenzioso. Entrando nel portale dai colori rarefatti e celestiali della GDF SUEZ Energie si può leggere che la stessa è partner ufficiale della Federazione Italiana Sport Invernali per la stagione sportiva 2012 – 2013 “che culminerà nei Campionati del Mondo in Val di Fiemme e che Il marchio apparirà sulle tute da gara degli atleti e sull’abbigliamento termico utilizzato da atleti e staff, a testimonianza del sostegno del Gruppo verso uno sport che incarna valori quali il rispetto per l’ambiente, l’etica, l’impegno e lo spirito di squadra.” Encomiabile iniziativa. Sarebbe interessante però che si sapesse, in quei freddi ambienti sportivi nordici, che una parte di quel denaro proviene da queste calde e ventose terre del Sud. Quanto meno questo piccolo riconoscimento allevierebbe il danno subito e il debito non saldato. Come direbbe Leopoldo Falco, nelle vesti non di funzionario ma dello scrittore, anche questa vicenda potrebbe far parte de “L’agrodolce della vita”, la sua prima opera letteraria.
Franco Lo Re

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