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mercoledì 23 luglio 2025

Muore a 42 anni Fabrizio Nigrelli, vigile del fuoco

 


Addio a Fabrizio Nigrelli, pompiere e atleta esemplare. I colleghi: “Condizioni disumane, la politica ci ascolti”


Una tragedia improvvisa scuote Alcamo e il comando dei Vigili del Fuoco di Palermo. Fabrizio Nigrelli, 42 anni, è morto colpito da un malore, lasciando un vuoto profondo nella sua famiglia e in tutta la comunità. In servizio presso il distaccamento di Brancaccio, era un vigile del fuoco apprezzato per la sua professionalità e dedizione, oltre che un atleta attento alla salute e all’equilibrio psicofisico.


La sua morte ha generato un’ondata di dolore e allo stesso tempo ha acceso i riflettori sulle condizioni estreme in cui operano quotidianamente i pompieri siciliani. “Era nel pieno delle forze. Un perfezionista, uno sportivo vero. Se è successo a lui, può succedere a chiunque di noi”, raccontano commossi i colleghi.


L’accusa non è silenziosa: “Siamo stremati. Con 40 gradi affrontiamo incendi e soccorsi senza sosta, con un organico ridotto e nessuna pausa. La politica deve intervenire ora, non solo quando si muore”.


La voce della protesta si fonde con quella del lutto, mentre la città si stringe intorno alla famiglia. I funerali di Fabrizio Nigrelli si terranno mercoledì 23 luglio alle 16:30 nella chiesa madre di Alcamo. Un ultimo saluto a un servitore dello Stato, che ha dato tutto fino alla fine.

Brindisi Secchio di catrame bollente cade da un palazzo: ustionato un neonato nel passeggino

 


Attimi di forte apprensione nella mattina di mercoledì 23 luglio nel cuore di Brindisi, dove sei persone, tra cui un neonato di sei mesi, sono rimaste ferite dopo essere state colpite da una sostanza bollente caduta dall’alto. L’incidente si è verificato in corso Umberto I, una delle vie più frequentate del centro, mentre erano in corso lavori su un edificio.

Il materiale: bitume a temperature elevate

Secondo le prime ricostruzioni, durante un intervento di manutenzione sul tetto di un palazzo, un secchio contenente bitume caldo – comunemente noto come catrame – è precipitato dalla terrazza dell’immobile. Il bitume, utilizzato per lavori di impermeabilizzazione, viene normalmente riscaldato tra i 150 e i 200 gradi per poter essere applicato. A quelle temperature, a contatto con la pelle, può causare gravi ustioni.

Il neonato colpito mentre era nel passeggino

Tra i feriti, destano particolare preoccupazione le condizioni di un bimbo di appena sei mesi, che al momento dell’incidente si trovava nel passeggino accanto alla madre. Anche la donna è rimasta ustionata, insieme ad almeno altre quattro persone che stavano camminando sul marciapiede adiacente al cantiere. Tutti sono stati soccorsi tempestivamente dal personale del 118 e trasportati in ospedale. I medici stanno monitorando con attenzione le condizioni del neonato, che avrebbe riportato lesioni da ustione di diversa entità

Indagini in corso sul cantiere e sulla sicurezza

Sul luogo dell’incidente sono accorsi immediatamente gli agenti della polizia locale, le volanti della Polizia di Stato e i vigili del fuoco. Le autorità hanno avviato accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e verificare se siano state rispettate tutte le normative in materia di sicurezza nei cantieri edili. Al vaglio degli inquirenti anche eventuali responsabilità legate alla gestione del materiale pericoloso e alla protezione dei passanti nelle aree circostanti.




martedì 15 luglio 2025

Castelvetrano piange Giacomo Montepiano

 



Un pomeriggio d’estate si è trasformato in tragedia sulla spiaggia di Triscina. Giacomo Montepiano, 47 anni, padre amorevole e uomo generoso, ha perso la vita ieri pomeriggio mentre tentava di recuperare un pallone finito in mare durante un gioco con i suoi figli.

Erano circa le 18.30. Giacomo, aveva deciso di trascorrere qualche ora al mare con moglie e figli, presso la borgata di Triscina all'altezza di via 77.

Poi, in un attimo, la svolta drammatica. Il pallone, trascinato via dalla corrente, si allontana verso il largo. Giacomo non ci pensa due volte: si tuffa. Nuota con decisione, come farebbe ogni padre. Ma quando si trova a circa cento metri dalla riva, il suo corpo comincia a cedere. Un malore, forse improvviso, lo sorprende mentre ancora combatte con le onde.

Le urla dei bagnanti richiamano l’attenzione di un giovane, che si tuffa nel tentativo disperato di salvarlo. A lui si uniscono altri tre ragazzi, che, aiutandosi con un materassino, riescono a riportare l’uomo a riva. Le speranze, in quel momento, sembravano accendersi: Giacomo respirava ancora.

I sanitari del 118 arrivano sul posto e avviano le manovre di rianimazione, utilizzano anche un defibrillatore. Lottano per un’ora, senza sosta. Ma il cuore di Giacomo non riprende a battere. Muore così,  sotto gli occhi sgomenti della moglie e di quanti si sono trovati di fronte a questa tragedia.

Sul luogo sono intervenuti i carabinieri della stazione di Marinella di Selinunte e gli uomini della Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, che hanno avviato le indagini. È stato allertato anche il medico legale.

Straziante il dolore della moglie, colta da un malore dopo aver assistito alla scena. Alcuni amici, accorsi in spiaggia, hanno cercato di darle conforto, tra lacrime e incredulità.

Giacomo Montepiano lascia un vuoto profondo. La sua è una morte che spezza il cuore.

Ci raccogliamo attorno al dolore della famiglia, alla quale porgiamo le nostre sentite condoglianze.