Che prima o poi la montagna di debiti contratti dalle amministrazioni guidate dall’ex sindaco Ciro Caravà, la prima e anche per poco la seconda, dovesse arrivare lo si sapeva. Ma che la quantità fosse così enorme ha sorpreso davvero tutti a Campobello di Mazara.
Soprattutto i commissari straordinari che sono al lavoro per risanare un ente formalmente in dissesto finanziario. I debiti contratti dall’amministrazione Caravà, dai suoi assessori e dai vari consiglieri e dirigenti che lo hanno affiancato nel corso delle due sindacature a partire dal 2006 fino a tutto il 2011 sono ben più di 5 milioni di euro. L’elenco è stato stilato dal dirigente del Servizio Finanziario Pietro
Pantaleo durante tutti questi anni ha guidato l’ufficio finanziario del Comune senza aver mai detto una parola sulla situazione economica disastrosa dell’ente. Mai una lettera, un richiamo, i conti del Comune di Campobello formalmente sono sempre stati perfetti, i bilanci consuntivi approvati e i revisori dei conti del comune con in testa l’ex presidente Cudia ha sempre certificato un bilancio regolare. Ma allora questi 5 milioni di buco chi lo ha prodotto? Da dove esce? Dalle carte si evince che Caravà e i suoi non avrebbero pagato mai nessuno, ma proprio nessuno a partire dai servizi essenziali: Enel energia, Siciliaaque,Eni Gas, Poste Italia, creditrici nei confronti del comune per diverse centinaia di migliaia di euro. Fatture del 2008-2009-2010-2011 anni in cui Caravà regnava incontrastato l’impero Campobellese, producendo al contempo debiti nascosti nei cavilli di bilanci inconprensibili su cui nessuno ha mai indagato (erroneamente a questo punto).
Alle bollette si aggiungono tutte le rette di numerose case di riposo, enti assistenziali quali l’Oasi di Torretta che si occupa dei disabili campobellesi, etc… creditori anch’essi di cifre considerevoli. Tra avvocati e sentenze esecutive non pagate ci sono ancora circa 300 mila euro di debiti.
E ancora centinaia di ditte che hanno fornito opere al Comune, vinto appalti, ricevuto ordinanze del Sindaco (molti delle quali rasentavano l’illegalità poiché non contingibili ed urgenti) che non hanno visto per anni saldato il dovuto dal comune di Campobello. Aziende di pulizia, di guardia notturna, edili, c’è di tutto all’interno dell’elenco, perfino società di recupero crediti d’imposte comunali…
“Pagherò, se potrò e quando potrò” rassicurava Caravà e gli assessori al bilancio succedutisi al Comune.
Oggi i cittadini di Campobello pagano un conto salatissimo perché la commissione, per non dichiarare il dissesto finanziario del Comune (cioè il fallimento) con conseguenze assurde quali licenziamenti dei dipendenti e tasse al massimo, ha dovuto chiedere un prestito con la Cassa depositi e prestiti (quindi un debito) per pagare tutta questa montagna di debiti che forse nessun Comune d’Italia con popolazione sui 10 mila abitanti ha mai creato.
Marsala.it
Pantaleo durante tutti questi anni ha guidato l’ufficio finanziario del Comune senza aver mai detto una parola sulla situazione economica disastrosa dell’ente. Mai una lettera, un richiamo, i conti del Comune di Campobello formalmente sono sempre stati perfetti, i bilanci consuntivi approvati e i revisori dei conti del comune con in testa l’ex presidente Cudia ha sempre certificato un bilancio regolare. Ma allora questi 5 milioni di buco chi lo ha prodotto? Da dove esce? Dalle carte si evince che Caravà e i suoi non avrebbero pagato mai nessuno, ma proprio nessuno a partire dai servizi essenziali: Enel energia, Siciliaaque,Eni Gas, Poste Italia, creditrici nei confronti del comune per diverse centinaia di migliaia di euro. Fatture del 2008-2009-2010-2011 anni in cui Caravà regnava incontrastato l’impero Campobellese, producendo al contempo debiti nascosti nei cavilli di bilanci inconprensibili su cui nessuno ha mai indagato (erroneamente a questo punto).
Alle bollette si aggiungono tutte le rette di numerose case di riposo, enti assistenziali quali l’Oasi di Torretta che si occupa dei disabili campobellesi, etc… creditori anch’essi di cifre considerevoli. Tra avvocati e sentenze esecutive non pagate ci sono ancora circa 300 mila euro di debiti.
E ancora centinaia di ditte che hanno fornito opere al Comune, vinto appalti, ricevuto ordinanze del Sindaco (molti delle quali rasentavano l’illegalità poiché non contingibili ed urgenti) che non hanno visto per anni saldato il dovuto dal comune di Campobello. Aziende di pulizia, di guardia notturna, edili, c’è di tutto all’interno dell’elenco, perfino società di recupero crediti d’imposte comunali…
“Pagherò, se potrò e quando potrò” rassicurava Caravà e gli assessori al bilancio succedutisi al Comune.
Oggi i cittadini di Campobello pagano un conto salatissimo perché la commissione, per non dichiarare il dissesto finanziario del Comune (cioè il fallimento) con conseguenze assurde quali licenziamenti dei dipendenti e tasse al massimo, ha dovuto chiedere un prestito con la Cassa depositi e prestiti (quindi un debito) per pagare tutta questa montagna di debiti che forse nessun Comune d’Italia con popolazione sui 10 mila abitanti ha mai creato.
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