“E’ un evento straordinario sotto ogni punto di vista, c’è stato un voto consapevole da parte della gente, i cittadini hanno compreso chiaramente il messaggio e hanno voluto premiarci ”, sintetizza così, in poche parole, Domenico Venuti, la sua elezione a sindaco e la conquista della maggioranza assoluta in Consiglio. E come dargli torto? Non succedeva dai tempi di Fortunato Bivona. Era il 1994. Anno in
cui si votò per la prima volta, dopo anni di proporzionalismo, con il sistema maggioritario. In seguito, tutti i sindaci succedutisi, fino a Sgarbi, mai ebbero una maggioranza per potere governare liberamente. Come la spada di Damocle, sempre costretti a ricercare, di volta in volta, i numeri per fare approvare i provvedimenti più qualificanti, come i bilanci. Da oggi, quindi, si cambia registro. Tutto dovrebbe procedere in maniera più lineare e operativa. Per il nuovo sindaco si tratta di avere una marcia in più. Del resto le attese da parte dei cittadini sono ampie e intense. E non crediamo di sbagliarci se diciamo che alla base del successo di Venuti ci sia soprattutto l’ansia di vedere attuato un autentico cambiamento, dopo tantissimi anni di delusioni e frustrazioni. E’ da leggersi in questo senso la sonora sconfitta subita da Vittorio Sgarbi. In proposito, qualcuno ha voluto prendersi la rivincita diffondendo una poesiola in ottonari, dedicata proprio al “rivoluzionario” critico ferrarese. A scrutini non ancora ultimati, ma quando ormai l’elezione di Venuti era ormai certa, per i bar della città circolava un divertente foglietto in cui vi si potevano leggere alcuni versetti dedicati proprio al “Caro dott. On. Prof. Vittorio Sgarbi”. “Tutto cambia in questo mondo/eri primo e or secondo/e domani forse terzo/qui se seguita lo scherzo/tu che fosti un dì primiero/finirai per essere ZERO !” Quella di Salemi, a quanto pare, non è stata la sola sconfitta di Sgarbi. Anche a Mesola, un piccolo comune della provincia di Ferrara, dove era stato indicato assessore, il suo candidato di destra si è piazzato all’ultimo posto. Ma anche la vicenda di Urbino, dove si era recato proprio la domenica delle elezioni, abbandonando la postazione di Salemi, la dice lunga su quali fossero i reali interessi dello show man televisivo. E a l’elettorato salemitano questa volta sono apparsi fin troppo evidenti. Non rivotandolo. Mettere in evidenza la differenza di voti, ci sembra discutibile. Se si alterano i numeri appare, a dir poco, patetico. Sulla pagina FB “Vittorio Sgarbi a Salemi”, infatti, si può leggere che essi ammonterebbero a 388, mentre la differenza tra i 1957 voti ottenuti da Venuti e i 1169 da Sgarbi, fa 788. Ma al di là della consistenza numerica, in democrazia, chi piglia più voti vince. Dire, infine, che con questo risultato “Salemi è stata cancellata dalla carta geografica e che verrà ricordata come una città scomparsa” offensivo per una intera città, a prescindere dagli orientamenti politici. Di contro, con l’elezione di Venuti ci sembra di potere dire che si è voluto lanciare un messaggio ben preciso. Il bisogno di certezze amministrative e concretezze operative è prioritario. Partendo dalle cose di ogni giorno. Ci è stato ripetuto spesse volte, parlando in lungo e in largo con le persone comuni. Valga un esempio banale per tutti. E’ inammissibile che la massa di terra franata nella via Mazara rimanga, dopo quasi un mese, sulla carreggiata stradale. Le transenne, peraltro rimosse subito dagli automobilisti, da provvisorie diventano definitive. Partire dalle cose di ogni giorno, ha ripetuto più volte Venuti nel suo pellegrinaggio elettorale. Questo gli è bastato per mettersi in sintonia con il sentire comune di gran parte dei cittadini. L’effetto Renzi ha poi fatto la differenza. Che ha dato la possibilità alla coalizione, composta da Pd, Udc e Art 4, di raggiungere la quota del 41,90%, valida per ottenere il premio di maggioranza. Sette, per il momento, sono i seggi per il Partito democratico, tre quelli per “Articolo 4” e due per Unione di Centro. Ma su questa attribuzione, ci potrebbero essere delle modifiche, sempre rimanendo però all’interno della maggioranza. Ci sarebbe stato un errore di trascrizione dei voti attribuiti al Pd. Se il ricorso verrà accolto il partito del neo sindaco avrebbe un consigliere in più a spese di “Art.4”. Il più votato tra i democratici è risultato l’architetto Vito Scalisi, seguito da Antonino Brunetta, il veterano, politicamente e anagraficamente, del Consiglio tra gli eletti. Un rispettabile curriculum il suo. Giovanissimo, fu tra i prediletti di Vito Cusumano, e quindi consigliere del vecchio Psi, ma anche assessore con Cascio. E’ stato presidente del consiglio comunale con Mastrantoni. Rieletto anche l’inossidabile e navigato Calogero Angelo . Anche lui nel passato assessore e consigliere comunale. E’ tra quelli che i renziani della prima ora avrebbero voluto rottamare ben volentieri. Salvato, a quanto pare, dalla visione “ecumenica” dell’onorevole Baldo Gucciardi, anche per il ruolo che lo stesso occupa nel complesso mondo della formazione. Un ritorno è anche quello della dottoressa Dina Leone, consigliera comunale ai tempi di Vito Cusumano, ma anche incomprensibilmente candidata nel 2008 nella lista che appoggiava Sgarbi. Tra i giovani, l’elezione del giovanissimo Sergio Grimaldi ci sembra quella tra le più significative. Sia come competenze specifiche professionali sia sul piano umano. E’ un punto di riferimento certo di moltissimi giovani. Una speranza per il suo partito. Anche per Nicola Bendici, stimato infermiere, si tratta di un ritorno. Proviene dalla destra ( è stato assessore della giunta Crimi) poi è stato consigliere di opposizione nel periodo di Mastrantoni, oggi approdato nelle file del Pd. Per Lorenzo Cascio, reggente provinciale dell’Udc, rieletto assieme alla giovanissima Sabrina Petralia, consigliera con appena 69 voti, potrebbe assumere qualche incarico in giunta, ma non vorremmo suscitare nuove polemiche come quando scrivemmo che probabilmente era il vice-sindaco in pectore. Leonardo Bascone, 35 anni, già consigliere di maggioranza nella legislatura Sgarbi, siederà in consiglio in rapresentanza “l’articolo 4”,assieme al più votato della lista il giovane avvocato Leonardo Costa. Il Partito di Sgarbi sarà rappresentato da Giuseppe Loiacono, dipendente regionale e Costantino Cipri, due neofiti della politica. Per Forza Italia Titti Angelo e Antonino Scimemi, mentre Giuseppina Asaro, già consigliere comunale e vicepresidente del consiglio con Crimi e Mastrantoni nonché presidente del consiglio nella legislatura Sgarbi, si appresta ad affrontare instancabile la sua quarta “fatica” per la lista “Salemi nel cuore”. Appartenente ad una vera e propria stirpe, che ha sempre espresso, di padre in figlio, un consigliere comunale, fin dai tempi di Vito Cusumano è stato rieletto Giovanni Fici , unico della lista “Cittadini in Comune”. dipendente Enel, già consigliere nella legislatura Mastrantoni e Sgarbi. E infine due donne: Daniela Saladino del M5S, con una laurea in psicologia con anni di esperienza nel settore delle politiche sociali e Antonella Tantaro di “Salemi che Cambia”, laureata in scienza politiche. Entrambe alla loro prima esperienza in consiglio, dovrebbero rappresentare l’opposizione in gonnella al sindaco Venuti. Giusy Asaro, governativa per costituzione, non sapremmo garantire.
Franco Lo Re
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