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sabato 11 gennaio 2014

Campobello. Vandalizzato bene confiscato alla mafia

È il caso del centro “Carlo Alberto Dalla Chiesa” sul territorio di Tre Fontane, a Campobello di Mazara, nato su un bene confiscato alla mafia (con un finanziamento nell’ambito del Por Sicurezza) e oggi facente parte del patrimonio comunale

CAMPOBELLO, 10 GEN – Mentre la commissione straordinaria del Comune cerca nuove associazioni che possano prenderlo in gestione, i vandali, in un anno che è chiuso, lo hanno quasi ridotto ad un rudere. È il caso del centro “Carlo Alberto Dalla Chiesa” sul territorio di Tre Fontane, a Campobello di Mazara (nella foto), nato su un bene confiscato alla mafia (con un finanziamento nell’ambito del Por Sicurezza) e oggi facente parte del patrimonio comunale. Il bene, in questi mesi, è stato vandalizzato. Una parte del cancello posteriore è finito a terra, i fili elettrici, porte e finestre rubati e dentro l’immobile quasi tutto è stato vandalizzato. Finanche il filo d’alimentazione della videosorveglianza comunale è stato tranciato. I vandali sono entrati in azione da quando
l’immobile è stato abbandonato. Lo scorso maggio 2013 è stato revocato (per mancato adempimento
contrattuale) l’affidamento che l’amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Ciro Caravà nel 2009 aveva fatto all’associazione “Al Falaq” di Santa Ninfa. La Polizia Municipale (attualmente senza comandante, dopo il mancato rinnovo dell’incarico a Salvatore Ficili), qualche giorno addietro, ha effettuato un sopralluogo e la relazione pare sia finita in Procura. Ora la competenza per i beni confiscati è passata a Pietro Pantaleo, dirigente del primo settore del Comune, che sta espletando la procedura già avviata da Ficili. La commissione straordinaria (guidata da Esther Mammano) dopo un primo bando di sei mesi addietro ci sta ritentando per quei beni rimasti non affidati. Entro lunedì le associazioni interessate potranno presentare richiesta al Comune, dopo aver visionato il bando pubblicato sul sito internet dell’ente. La questione dei beni confiscati, soprattutto per la gestione, rimane dunque d’attualità. Un altro caso
che si registra al Comune è quello del centro per il recupero del disagio giovanile “Pio La Torre”. Da più di un anno rimane chiuso e, nonostante il 3 giugno scorso è stato assegnato provvisoriamente alla cooperativa “La svolta per la rinascita”, l’affidamento si potrà definire soltanto dopo l’arrivo in Comune dei certificati antimafia richiesti. Intanto sono passati sei mesi, il centro rimane chiuso e la società cooperativa che si occupa di ex tossicodipendenti è pronta per realizzarci progetti d’interesse. Stessa sorte per la cooperativa “Faro” di Messina per due villette confiscate nella frazione di Tre Fontane. Anche in questo caso da sei mesi si attendono i certificati antimafia per definire la pratica e procedere all’affidamento definitivo.

testo Max Firreri
foto Nicola Fanella

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