E’ costato caro quell’errore, una dimenticanza grossolana e pericolosa. Avevano dimenticato una garza dentro una paziente che avevano operato. Adesso tre medici marsalesi sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire il danno erariale provocato all’Asp di Trapani.
Tutto è cominciato nel lontano 1995, quando la signora Pantaleo aveva subito un intervento di colecistectomia. Dopo l’intervento, però, la signora Pantaleo continuò ad accusare forti disturbi nella zona addominale e, dopo diversi accertamenti, nell’ottobre 2000, le fu diagnosticata la presenza di un corpo estraneo nell’addome. Era una garza dimenticata dentro dai medici che l’hanno operata, e rimossa un mese dopo. La garza dentro il corpo per tutti quegli anni comportò dei danni all’organismo, e dopo l’intervento per estrarla comportò per la signora Pantaleo un’inabilità temporanea assoluta di 20 giorni, un’inabilità temporanea parziale di 15 giorni ed una invalidità permanente complessiva pari al 15%.
Parte la denuncia, ma il reato viene prescritto. Allora si va al processo in sede civile, in cui vennero condannati i tre medici, Aldo Cudia, Giuseppe Maggio e Giuseppe Ribaudo, e l’Asp di Trapani a risarcire la paziente dei danni provocati dall’operazione andata male. Tutti vengono condannati in solido tra loro, al pagamento della somma di Euro 30.016,33 per danno alla persona, più il pagamento delle spese processuali sostenute dalla paziente, per circa 6 mila euro. Ma la paziente aveva chiesto un risarcimento danni da 187 mila euro.
Adesso l’Asp ha portato davanti al giudizio della Corte dei Conti i tre medici marsalesi per vederli condannare per danno erariale. I tre adesso sono stati condannati dai giudici contabili al pagamento della somma di 6.527,54 euro ciascuno a favore dell’Asp. Nella sentenza la Corte dei Conti scrive: “La dimenticanza di garze e/o altri attrezzi utilizzati in sala operatoria alla fine di un intervento è un fenomeno tragicamente molto diffuso nella prassi sanitaria; ciò ha portato, addirittura, nel 2008, il Ministero della Salute a diramare una serie di raccomandazioni volte a prevenire il verificarsi di tali eventi che, in taluni casi (dal 10% al 35%), possono portare addirittura alla morte”. Per i giudici la condotta dei tre medici è stata negligente, visto che non hanno fatto o l’hanno svolta in maniera distratta la cosiddetta “conta” delle garze. “Evidentemente il conteggio delle garze non venne effettuata in modo adeguato. Ci fu un errore”. Dichiararono ai giudici i medici Maggio e Ribaudo.
Scrive sempre la Corte dei Conti nella sentenza di condanna ai tre medici marsalesi: “La “dimenticanza” involontaria di strumenti di sala operatoria all’interno dell’addome di un paziente rivela indubbiamente una grossolana imperizia ed una macroscopica violazione di elementari regole comportamentali che il chirurgo è tenuto a rispettare nello svolgimento delle sua professione”.
Tutto è cominciato nel lontano 1995, quando la signora Pantaleo aveva subito un intervento di colecistectomia. Dopo l’intervento, però, la signora Pantaleo continuò ad accusare forti disturbi nella zona addominale e, dopo diversi accertamenti, nell’ottobre 2000, le fu diagnosticata la presenza di un corpo estraneo nell’addome. Era una garza dimenticata dentro dai medici che l’hanno operata, e rimossa un mese dopo. La garza dentro il corpo per tutti quegli anni comportò dei danni all’organismo, e dopo l’intervento per estrarla comportò per la signora Pantaleo un’inabilità temporanea assoluta di 20 giorni, un’inabilità temporanea parziale di 15 giorni ed una invalidità permanente complessiva pari al 15%.
Parte la denuncia, ma il reato viene prescritto. Allora si va al processo in sede civile, in cui vennero condannati i tre medici, Aldo Cudia, Giuseppe Maggio e Giuseppe Ribaudo, e l’Asp di Trapani a risarcire la paziente dei danni provocati dall’operazione andata male. Tutti vengono condannati in solido tra loro, al pagamento della somma di Euro 30.016,33 per danno alla persona, più il pagamento delle spese processuali sostenute dalla paziente, per circa 6 mila euro. Ma la paziente aveva chiesto un risarcimento danni da 187 mila euro.
Adesso l’Asp ha portato davanti al giudizio della Corte dei Conti i tre medici marsalesi per vederli condannare per danno erariale. I tre adesso sono stati condannati dai giudici contabili al pagamento della somma di 6.527,54 euro ciascuno a favore dell’Asp. Nella sentenza la Corte dei Conti scrive: “La dimenticanza di garze e/o altri attrezzi utilizzati in sala operatoria alla fine di un intervento è un fenomeno tragicamente molto diffuso nella prassi sanitaria; ciò ha portato, addirittura, nel 2008, il Ministero della Salute a diramare una serie di raccomandazioni volte a prevenire il verificarsi di tali eventi che, in taluni casi (dal 10% al 35%), possono portare addirittura alla morte”. Per i giudici la condotta dei tre medici è stata negligente, visto che non hanno fatto o l’hanno svolta in maniera distratta la cosiddetta “conta” delle garze. “Evidentemente il conteggio delle garze non venne effettuata in modo adeguato. Ci fu un errore”. Dichiararono ai giudici i medici Maggio e Ribaudo.
Scrive sempre la Corte dei Conti nella sentenza di condanna ai tre medici marsalesi: “La “dimenticanza” involontaria di strumenti di sala operatoria all’interno dell’addome di un paziente rivela indubbiamente una grossolana imperizia ed una macroscopica violazione di elementari regole comportamentali che il chirurgo è tenuto a rispettare nello svolgimento delle sua professione”.
marsala.tp24
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