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mercoledì 26 giugno 2013

Ravanusa, omicidio al mercato: dimesso dall'ospedale l'ex consigliere ferito

luogo della sparatoria
Luigi Avarello ex consigliere è stato dimesso dall'Ospedale. Si trovava con la donna ed era  rimasto ferito poco prima della sparatoria. L’omicida, secondo il suo primo racconto dopo l’arresto, avrebbe deciso di raggiungere Ravanusa dalla Germania  per discutere questioni patrimoniali con la ex moglie e per appurare la fondatezza delle voci che davano  la donna  frequentarsi con l’ex consigliere comunale.  Infatti pare che i due avessero una relazione dal 2009.
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Eletto nel 2002 consigliere comunale (lista civica  “Rinascita ravanusana”) durante l’amministrazione Bonaventura   e poi
 nel 2007 fino alle nuove elezioni dell‘anno successivo, Luigi Avarello 65 anni è rimasto ferito, con varie  escoriazioni al viso e alla testa, durante la  colluttazione con l’uomo che  ieri mattina ha sparato alla ex moglie uccidendola. Dimesso dall’Ospedale "Barone Lombardo" di Canicattì con una prognosi di 15 giorni dopo aver subito alcuni punti di sutura alla testa.
E’ successo ancora, questa volta a Ravanusa in provincia di Agrigento: un uomo spara e uccide la donna che lo aveva lasciato.
Mancavano pochi minuti alle 10, è panico  tra la folla immersa negli stands nel rituale mercato settimanale dopo che un pensionato impugna una pistola, detenuta illegalmente, e uccide la sua ex moglie. Si chiamava  Giovanna Longo 60 anni mentre  Luigi Avarello, che si trovava con la donna, è rimasto ferito. A sparare  4 colpi di pistola  è stato l'ex marito  Luigi Gallo 63 anni che dalla Germania era tornato da giorni a Ravanusa. Da pochi mesi  erano divorziati dopo alcuni  anni di  separazione. 
Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri  l’omicida,  intorno alle 9 di  ieri, è stato visto uscire di casa   da alcuni vicini senza che facesse  temere  intenzioni omicide,  Raggiunge via Tintoria, non lontano dal cimitero comunale,  dove sono disposte  una accanto all’altra le bancarelle del consueto mercatino del martedì mattina e dove è sicuro di incontrare la ex moglie. Sono passati poco più di 20 minuti quando intravede e riconosce, tra la gente,  la donna assieme a Luigi Avarello. Si avvicina e inizia una discussione animata tra i  due  uomini, dalle parole in pochi istanti nasce una colluttazione  accompagnata da forti urla. Ma  mentre i passanti provano a sedare gli animi, l’ex marito della Longo estrae  una pistola e in preda ad un impeto d'ira  insegue la donna, che nel  frattempo  era riuscita  a raggiungere  la sua utilitaria ed a entrare  in auto.  Ma uno dei quattro proiettili esplosi a distanza ravvicinata  la ferisce a morte. L’intervento dei Vigili Urbani  evita che l’uomo prolunghi la sua follia omicida,  viene arrestato e affidato ai Carabinieri, l’accusa è di  omicidio aggravato dalla circostanza  della premeditazione.  L’ex consigliere comunale invece,  rimasto ferito alla testa durante la colluttazione e soccorso  dai sanitari del 118, viene ricoverato all'ospedale "Barone Lombardo" di Canicattì  senza  pericolo di vita come invece si era temuto in un primo momento.
Sul movente del drammatico gesto  non sembrano esserci dubbi:  la gelosia  ha scatenato la furia omicida di Luigi Gallo descritta come una persona a modo, gentile e disponibile.  Avarello era stato   amico per tanti anni  dell’omicida, fu pure ospite della coppia quando i due ex coniugi vivevano ancora insieme in Germania.  La donna nonostante vivesse all’estero  spesso tornava a Ravanusa. L’uomo avrebbe deciso di raggiungere il paese d’origine per discutere  questioni sulla proprietà  ancora in comune con la ex moglie e  per appurare la fondatezza delle voci che davano  la donna  frequentarsi con l’ex consigliere. Pare che i due avessero una relazione dal 2009. Il rancore per il matrimonio finito, i continui dissapori per questioni patrimoniali e la rabbia  di  sapere  la  ex moglie insieme ad un  vecchio amico hanno trasformato un tranquillo e mite  pensionato ravanusano, sul finire degli anni ‘80 emigrato in  Francia e poi Germania, in omicida. 
A pochi metri  dal luogo del delitto camion e furgoni disposti  in   confuse  geometrie e gli ambulati alle prese  con  l’antico rito del “mercanteggiare” che ricordano i coloratissimi suk (sūq) arabi in un continuo rumore di voci  che si susseguono continuamente in modo caotico. Sembra essere una tranquilla giornata come tante altre, sembra ma non lo è. Non sono ancora le 10 che l’odore abrasivo della polvere da sparo si fonde con la luce del giorno che illumina  il mercato in cui  viene  esposto di tutto: dalla frutta agli attrezzi per la  pesca,  dalle custodie dei cellulari ai lampadari per il bagno. Si espande  per quattro volte graffiando le narici delle massaie immerse nei loro abituali acquisti di oggetti per la casa e di tovaglie appese grossolanamente nelle strade parallele e perpendicolari a via Tintoria. L’odore acre di una pistola appena usata per uccidere una donna si  sostituisce,  prepotentemente  in pochi secondi, agli odori  forti  e decisi  delle spezie, dei formaggi e dei polli allo spedo. E all’inconfondibile  profumo del basilico. I mille colori delle tende che donano ombra ai prodotti esposti imprimono un’atmosfera tipicamente estiva ma che  di colpo sbiadiscono  mentre  le voci quasi onomatopeiche  degli ambulanti, mimetizzati  nei  loro bazar itineranti,  vengono sostituite dalle urla della gente che si fa largo sotto le grandi tettoie mobili che difendono la merce dalla luce abbagliante del sole di giungo. Quattro colpi di pistola esplosi, uno dei quali raggiunge la donna che si accascia dentro la sua all’utilitaria blu, ferma fra le sterpaglie e una strada che conduce  al cimitero comunale. Ai carabinieri della locale stazione di Ravanusa, Gallo ha confessato subito di non essersi rassegnato alla fine del suo matrimonio e i dubbi sulla amicizia della moglie con Avarello prima che i due si separassero. L’uomo dopo  le rituali formalità  è stato tradotto nel carcere di c.da Petrusa ad Agrigento in attesa del primo interrogatorio di garanzia. Del fascicolo delle indagini si sta occupando il sostituto procuratore Santo Fornasier.
In fondo a via  Giglia, in un angolo incuneato fra la  le sterpaglie della campagna e  gli edifici delle case costruite negli anni ‘90,   un telo bianco copre in cadavere Giovanna Longo nel sedile della sua utilitaria, in attesa che i Carabinieri, che hanno  delimitato la zona con i loro nastri, procedano ai rilievi  materiali per le verifiche di rito. Non è un delitto passionale. Non può esserci  passione negli omicidi se non quella criminale per la  morte di ex mogli e fidanzate e, in molti altri casi, dei loro  nuovi compagni o conviventi.
Ravanusa  consegna  alla cronaca giudiziaria un femminicidio tristemente spettacolare. In una mattina di un martedì qualunque,  durante il rito del mercato settimanale davanti  agli occhi di centinaia di persone. Donne e bambini compresi.

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