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sabato 22 giugno 2013

VITO MARINO - "Lu Fotografu"

Intorno agli anni ’50 per il paese giravano molti ambulanti. A causa della disoccupazione, gli artigiani si cercavano loro il lavoro di casa in casa. Fra costoro c'era anche il fotografo ambulante, che con una grossa macchina fotografica e relativo treppiede, faceva "li ritratti" girando di cortile in cortile. Molto caratteristico era il preparativo: dopo avere collocato il treppiede con la macchina fotografica e una bacinella con
l’acqua per mettervi dentro le foto appena fatte, iniziava col coprire la parte del muro interessato dalla foto con un lenzuolo o coperta, perché i muri di allora erano sempre scrostati; la messa in posa era molto lunga e laboriosa; infatti, come ornamento bisognava mettere i vasi di fiori ai lati del soggetto, occorreva aggiustare la posizione della testa, i sorrisi, aspettare che il sole facesse capolino per illuminare la scena, tenere fermi i bambini, ecc, Quindi, il fotografo infilava la testa sotto un telo nero collegato alla macchina fotografica, guardava attraverso l’obbiettivo e scattava la foto. Poiché le foto erano di pessima qualità a causa delle macchine  poco affidabili, un bravo fotografo le ritoccava con penna e pennelli  per togliere i difetti vari o per rendere le foto a colori.



VITO MARINO

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