14,30 - "La denuncia del presidente di Confindustria Trapani, Gregory Bongiorno, è un segnale importante contro il racket delle estorsioni e per combattere la mafia. Ma ancora più importante è che questo segnale venga raccolto da tutti gli imprenditori e gli operatori economici che operano nel territorio".
Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione giustizia.
"La collaborazione con la magistratura e le forze dell'ordine - aggiunge - è l'unica scelta possibile in grado di liberare l'economia dal giogo mafioso che stritola le imprese sane che
creano ricchezza e occupazione. E' questo il modo migliore per promuovere legalità e sviluppo e colpire il sistema criminale e finanziario di cui si nutre la mafia di Matteo Messina Denaro"."La collaborazione con la magistratura e le forze dell'ordine - aggiunge - è l'unica scelta possibile in grado di liberare l'economia dal giogo mafioso che stritola le imprese sane che
13,00 - Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale di Confindustria alla Legalità, dichiara:
«La strada della denuncia è l’unica che noi conosciamo». E ribadisce: «Ho avuto modo di dirlo qualche giorno fa e sono pronto a ribadirlo oggi: la mafia si sta riorganizzando. Sta rialzando la testa utilizzando i soliti vecchi sistemi, ma anche delegittimando chi lavora per denunciare. Tanto è stato fatto ma siamo ancora all'inizio. Confindustria, che lavora in tandem con Addiopizzo e, più in generale, con la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura, ha ribaltato il sistema: emarginiamo chi non denuncia e facciamo capire che siamo contro chi distorce il mercato. Voglio ringraziare magistratura e forze dell’ordine per la celerità con la quale è stata condotta questa operazione e complimentarmi con chi fa questo tipo di scelta perché solo così è possibile parlare di sviluppo della Sicilia».
09,00 - Estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa ai danni del presidente di Confindustria di Trapani, Gregorio Bongiorno, 38 anni.
Con queste accuse gli agenti della Squadra Mobile di Trapani hanno eseguito nella notte a Castellammare del Golfo, la città dove Bongiorno lavora, tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo.Bongiorno, dopo aver subito per anni le richieste estorsive, ha denunciato tre persone che lo vessavano dal 2005.
La richiesta del pizzo era di 60.000 euro. I destinatari dei provvedimenti sono Mariano Asaro (raggiunto in carcere dalla nuova misura restrittiva, nella foto), Gaspare Mulè, 47 anni e Fausto Pennolino, 51 anni. Sono stati Mulè e Pennolino in circostanze diverse a presentarsi a Bongiorno per chiedere il pizzo.
I tre sono accusati dei reati di estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa. Mulè, secondo l'accusa, si è presentato a Bongiorno chiedendo i soldi per l'anno corrente, 10 mila euro, e altri 50 mila per gli anni passati, "quando noi non siamo venuti a chiedere denaro avendo rispetto per la malattia di sua madre, adesso però deve pagarci gli arretrati". La mente di tutto sarebbe stato Asaro, nome rilevante nell'organigramma mafioso trapanese. Iscritto alla loggia segreta Iside 2, chiamato in causa in delitti e stragi, oggi sconta una lunga condanna per mafia ed estorsioni, 15 anni, e resterà in cella sino al 2024.
Bongiorno, con la sorella, è titolare dell'Agesp, una società che si occupa in Sicilia e in altre zone d'Italia di raccolta e smaltimento di rifiuti.Dell'azienda, fondata nel 1971 dal padre Vincenzo Bongiorno, ucciso 18 anni dopo in un omicidio di mafia, Bongiorno si occupa dal 2005, anno successivo alla morte della madre, Girolama Ancona, che aveva ereditato dal marito la gestione dell'Agesp e che in fin di vita aveva rivelato al figlio le difficoltà provocate dalle pressioni mafiose. La donna, che nel 2000 aveva denunciato e fatto arrestare l'estorsore Mariano Saracino, non avrebbe voluto che i figli ereditassero a loro volta la società proprio per le traversie subite fino a quel momento. Un incubo iniziato allora, quando Bongiorno sarebbe stato costretto da Gaspare Mule' a elargire alla ''famiglia'' 10.000 euro, pretese perche' la madre dell'imprenditore, Girolama Ancona, oggi deceduta, aveva mancato di pagare determinate quote estorsive.
Una nuova richiesta a Pasqua del 2007 quando Fausto Pennolino, titolare di un ristorante castellammarese, avrebbe accompagnato l'imprenditore al cospetto del boss Asaro per una nuova tangente: stavolta Bongiorno avrebbe versato 5.000 euro agli indagati. Dopo una pausa di tre anni in coincidenza con la carcerazione dei tre presunti estorsori, ad agosto scorso una nuova 'visita' di Mule', scarcerato, e un'altra richiesta cospicua per saldare gli ''arretrati'': 60 mila euro, 10 mila per ogni anno che l'imprenditore non avrebbe pagato, dalla Pasqua del 2007 ad agosto scorso. Stavolta, Bongiorno ha deciso di non sottostare alle pressioni estorsive e si e' rivolto agli inquirenti: nello scorso agosto ha raccontato tutto al dirigente della squadra mobile di Trapani, Giovanni Leuci. In poco meno di un mese le indagini sono state chiuse e la Procura antimafia di Palermo ha chiesto e ottenuto dal gip l'ordinanza di arresto
Marsala.it
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