Il Sindaco della città di Castelvetrano, Avv. Felice
Errante, invita la cittadinanza alla presentazione del volume Pensare
l’Italia, un’antologia di scritti del filosofo Giovanni Gentile, ideata e
curata da Marcello Veneziani, che si terrà giovedì 31 ottobre, presso il teatro
Selinus, alle ore 17.00, a cura del Centro Internazionale di Cultura Filosofica “Giovanni
Gentile”, e con il patrocinio della Civica Amministrazione. Saranno presenti l’Autore
e Tommaso Romano, Vicepresidente
dell’Istituto Siciliano di Studi Storico Politici Economici (ISSPE) e della Fondazione “Ignazio Buttitta”.
dell’Istituto Siciliano di Studi Storico Politici Economici (ISSPE) e della Fondazione “Ignazio Buttitta”.
Nota sul testo e
sull’autore
Marcello Veneziani – filosofo di
formazione, saggista ed editorialista de “Il Giornale” –, ha fondato i settimanali “L’Italia” e “Lo
Stato”. È autore, tra l’altro, di Processo
all’Occidente (Milano 1990), La
rivoluzione conservatrice in Italia (Milano 19942), Sinistra e Destra (Firenze 1995), L’Antinovecento (Milano 1996), 68 pensieri sul ‘68 (Firenze 1998), Il secolo sterminato (Milano 1998), Il segreto del viandante (Milano 2003), I vinti (Milano 2004), La cultura della destra (Roma-Bari 20072),
Di padre in figlio. Elogio della
Tradizione (Roma-Bari 2002), La
sconfitta delle idee (Roma-Bari 2005), La
sposa invisibile (Roma 2006), Contro
i barbari. La civiltà e i suoi nemici interni ed esterni (Milano 2006), Comunitari o liberal. La prossima
alternativa? (Roma-Bari 2006).
Dalla quarta
di copertina di Pensare l’Italia:
Giovanni
Gentile fu l’ultimo grande filosofo a pensare l’Italia e nel pensiero trovò l’anima,
il destino e la missione d’Italia. Il suo fu l’ultimo poderoso tentativo di
pensare l’Italia attraverso una teologia civile, nel solco di Vico, una riforma
religiosa applicata alla politica e una religione civile legata allo
spiritualismo politico e al pensiero nazionale. I precursori dell’Unità d’Italia
li chiama infatti profeti, a partire da Dante; il Risorgimento lo vede come la
Resurrezione dell’Italia, inteso mazzinianamente come missione fondata sulla
religione della patria e percorsa dal giobertiano primato morale e civile, ma
anche filosofico e culturale, italiano. Nelle pagine scelte da Marcello
Veneziani si ricompone la filosofia civile di Gentile, che fu sintesi della
tradizione teorica, storica e letteraria nazionale, il suo idealismo dopo Marx,
il suo Stato Etico, il ruolo della scuola e la missione educativa, il rapporto
con la Tradizione, la Religione e il Risorgimento, con Dante e Leopardi, con la
guerra e il fascismo, l’umanesimo del lavoro e lo spiritualismo comunitario.
Dall’antologia gentiliana emerge un pensiero eroico e fiducioso, fino alla
morte. «Con Giovanni Gentile – scrive Veneziani nel suo saggio introduttivo –
finì la grande filosofia italiana. Dopo di lui o non fu grande, o non fu vera
filosofia, o non fu italiana. Dopo Gentile il pensiero non ebbe più fiducia in
se stesso, si risolse nella razionale o irrazionale disperazione o si occupò di
linguaggi e procedure. Da qui la grandiosa inattualità di Gentile».
Staff del
Sindaco
Ufficio per
la Comunicazione Istituzionale
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