Durante
la civiltà contadina i lavori dei campi venivano eseguiti tutti a forza di
braccia e con l’ausilio degli animali da soma. Generalmente nei piccoli
appezzamenti di terreno un solo contadino sapeva eseguire tutti i lavori
inerenti alla coltivazione, raccolta e conservazione dei prodotti, ma nei
feudi, con grandi estensioni di terreni, occorreva moltissimo
personale con una
certa perizia per ogni lavoro.
Così
c’era: "lu nnistaturi o nzitaturi" per gli innesti, "lu
putaturi" per la potatura della vigna, "lu rimunnaturi" per la
potatura degli alberi. Infine c'era "lu camperi": guardiano di campi
(controllava che tutta la produzione andasse a buon fine), nello stesso tempo,
trattandosi di personale scelto, spesso associato alla mafia, rappresentava
anche la guardia del corpo del proprietario, quando questi si spostava nei
campi; “lu suvrastanti” era la persona di fiducia del grosso proprietario
terriero e ne custodiva gli interessi e disciplinava la coltivazione. "Lu
curatulu" (curatore), appartiene alla classe contadina; a lui competeva la
sorveglianza dei salariati e dei “jurnatera”.
"L'annaloru"
stava tutto l'anno al servizio del proprietario terriero eseguendo tutti i
lavori inerenti al terreno, "lu mmitateri" (mezzadro, che lavorava il
campo "a la parti" cioè dividendo a metà spese e ricavi con il
proprietario della terra), "lu iurnateri" era colui che lavorava saltuariamente
dietro un compenso giornaliero, “lu burgisi” era il contadino che lavorava le
proprie terre. "L’adduvatu o alluveri" dal francese “à louer” (che si
può locare), era chi riceveva un compenso fisso mensile, come avviene negli
affitti di un locale, per le sue prestazioni. “Lu gabillotu” lavorava i terreni
altrui pagando un affitto (la gabella). “Lu zzappaturi” sapeva solo zappare; non
avendo altra capacità, lavorava di più e guadagnava di meno.
VITO
MARINO
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