Un test della trasmissione di Italia 1, le Iene , mette a nudo i vizietti dei parlamentari italiani: un terzo di essi, nelle 36 ore antecedenti l'esame potrebbe aver fatto uso di sostanze stupefacenti, cannabis e cocaina.
Il test usato si chiama drug wipe, un tampone frontale che un'inviata delle Iene ha applicato sulla fronte di 50 deputati, con la scusa di doverla asciugare, perché troppo lucida per le telecamere.
E cosi', mentre i deputati rispondevano alla bella Cristina Chiabotto, (nella foto a sinistra), su qualche rapida domanda sulla Finanziaria, erano in realtà sottoposti ad un esame antidroga.
E cosi', mentre i deputati rispondevano alla bella Cristina Chiabotto, (nella foto a sinistra), su qualche rapida domanda sulla Finanziaria, erano in realtà sottoposti ad un esame antidroga.
Dei 50 deputati sottoposti al test, 12 sono risultati positivi alla
cannabis e 4 alla cocaina. In totale, 16 su 50 avrebbero quindi fatto uso di droghe nelle 36 ore precedenti. Nel servizio delle Iene, che avrebbe dovuto andare in onda questa sera, non si sarebbero visti i volti dei 50 deputati esaminati. Mai si sarebbero potuti conoscere, secondo gli autori del programma, i nomi di quei deputati risultati positivi al test.
Ciononostante, il Garante della Privacy ha deciso di bloccare la messa in onda del servizio.
Strano provvedimento quello del Garante, visto che la messa in onda del programma nulla avrebbe aggiunto a quanto già diffuso da tutti i giornali negli ultimi due giorni.
Strano provvedimento quello del Garante, visto che la messa in onda del programma nulla avrebbe aggiunto a quanto già diffuso da tutti i giornali negli ultimi due giorni.
Sembra dunque che questa sera, il tanto atteso servizio delle Iene non potrà andare in onda. Un motivo in piu', dunque, per parlarne.
Qualche dettaglio in piu', anzitutto, sul drug wipe: il test verifica se nelle ultime 36 ore, il soggetto esaminato ha fatto uso di sostanze stupefacenti quali oppiacei, cocaina, anfetamine, meta-anfetamine, cannabis. Lo strumento è in grado di rilevare la presenza di invisibili residui di droghe. Se i risultati del test sono negativi, significa dunque che il soggetto, almeno nelle ultime 36 ore, non ha fatto uso di droghe, se sono positivi è probabile, ma non certo al 100%, che ne abbia consumate. Esistono diversi tipi di drug wipe, a seconda della base esaminata (saliva, pelle, urine, capelli, ecc).
Tra le informazioni d'uso rilasciate dalle aziende produttrici, si precisa che il drug wipe serve per acquisire informazioni sul possibile uso di sostanze stupefacenti, ma che per averne la conferma definitiva occorrono anche successivi test di laboratorio.
L'uso pratico del test sembra comunque aver dimostrato un alto livello di affidabilità e precisione, tanto che il ricorso al drug wipe è cresciuto esponenzialmente anno dopo anno.
L'uso pratico del test sembra comunque aver dimostrato un alto livello di affidabilità e precisione, tanto che il ricorso al drug wipe è cresciuto esponenzialmente anno dopo anno.
Il drug wipe ha conosciuto una grande diffusione, soprattutto negli Stati Uniti, negli ultimi 5 anni: è nato come strumento d'indagine statistica, senza l'ambizione di stabilire con certezza se un determinato soggetto faccia uso di droghe, ma con l'obiettivo di fornire dati indicativi verosimili. Oggi, lo usa l'FBI elo usano anche centinaia di aziende private allo scopo di scoprire se i propri dipendenti facciano uso di droghe. Per i giuristi americani, come riporta il New York Times , l'uso dello strumento da parte dei datori di lavoro è perfettamente lecito, cosi' come il controllo delle email aziendali.
Da noi in Svizzera, dal primo gennaio 2005, il drug wipe è utilizzato regolarmente dalla polizia, in presenza di situazioni sospette, per stabilire rapidamente se gli automobilisti si siano messi al volante dopo aver consumato sostanze supefacenti. Nel caso di positività è previsto il ritiro della patente per almeno 3 mesi.
Sulla base delle sperimentazioni effettuate in Svizzera due anni fa, il drug wipe ha una percentuale di successo attorno al 95% per quanto concerne la cannabis. Altri studi contestano questo dato, e reputano il drug wipe piu' affidabile per la cocaina che per la cannabis.
Sulla base delle sperimentazioni effettuate in Svizzera due anni fa, il drug wipe ha una percentuale di successo attorno al 95% per quanto concerne la cannabis. Altri studi contestano questo dato, e reputano il drug wipe piu' affidabile per la cocaina che per la cannabis.
Lo utilizzano ormai sistematicamente anche le polizie di Germania e Gran Bretagna, e anche in Italia, ben 200 polizie comunali nei pattugliamenti del sabato sera.
Il drug wipe insomma è un esame piuttosto serio, e se il 32% dei deputati è risultato positivo all'uso di sostanze stupefacendi nelle sole 36 ore precedenti, vien da chiedersi quali sarebbero stati i risultati del test se esso fosse in grado di misurare i consumi di droghe in un periodo piu' lungo, una settimana, un mese, un anno.
Un test analogo le Iene lo avevano condotto anche nellediscoteche , nell'ultima puntata dello scorso anno (in quel caso analizzando residui d'urina). La conclusione, per qualcuno imbarazzante, è che le percentuali di consumatori di droghe, tra gli attempati deputati italiani e tra i frequentatori di discoteche, sono sostanzialmente simili.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il radicaleDaniele Capezzone (Rosa nel pugno), da sempre antiproibizionista, commenta ironicamente che "se un cane poliziotto entrasse in alcuni luoghi della politica ufficiale prima gli andrebbe in tilt il naso e poi si arrenderebbe...".
Alessandra Mussolini nell'attesa di tornare a fingere di litigare con Vittorio Sgarbi in quel di "Pupe e secchioni", osserva: "Combattiamo contro quel falso moralismo che si occupa di quel che accade in tv ma nasconde quel che accade nel palazzo. Vogliamo sapere chi tra i rappresentanti del popolo usa droga, come e da chi la compra ma soprattutto se la vende: ci manca solo l'onorevole pusher."
Della Vedova (Forza Italia) e Ferrero (Rifondazione Comunista) criticano la violazione della privacy perpetrata ai danni dei deputati. Casini (UDC) ritiene il drug wipe inaffidabile e parla di "pessima trovata pubblicitaria". Per Luigi Lusi , senatore della Margherita, si tratta solo di "un metodo arbitrario e piuttosto superficiale per mettere alla berlina le istituzioni del paese". Il deputato di Alleanza Nazionale, Italo Bocchino , annuncia querele contro le Iene, auspica "il sequestro e la distruzione del campione", ritiene "penalmente gravissimo il fatto che oggi (le Iene) siano illegittimamente in possesso del Dna di 50 parlamentari" e assicura di essere "tra i deputati risultati negativi alla prova". E subito dopo la notizia della decisione del Garante, lo stesso Bocchino dichiara: "la decisione del Garante è in linea con la normativa vigente, ma gli effetti della sospensione della trasmissione rischiano di essere anche peggiori dell'incauta trovata delle Iene. A questo punto è opportuno che i 50 interessati diano la loro liberatoria per mandare in onda le interviste. Io sono pronto a firmare".
Davide Parenti, autore delle Iene, appresa la decisione del Garante, ha difeso con determinazione la sua trasmissione, ribadendo che ha sempre rispettato la "privacy di tutti".
Il dibattito è aperto, anche se occorre rilevare come i telegiornali nazionali abbiano dato ben poco spazio alla vicenda.
Molti commentatori scrivono oggi sulla stampa che quello delle Iene è in realtà un "finto scoop" e che tutti sanno che tra i parlamentari la droga gira esattamente come nella società italiana. Se davvero le cose stano cosi', non si capisce perché un servizio mai andato in onda abbia potuto scatenare questo incredibile vespaio di polemiche. Invocare queste alte percentuali di consumo di droga potrebbe anche indurre a credere che consumare regolarmente cocaina o cannabis sia tutto sommato un fatto di costume null'affatto straordinario, un po' come consumare un gelato al bar.
Sarebbe bene ricordare che la vendita di stupefacenti in Italia è illegale, e che conseguentemente chi la consuma, in ultima istanza, ha dovuto rivolgersi ad uno spacciatore, alimentando cosi' il mercato illegale e le organizzazioni criminali che lo gestiscono.
Sarebbe bene ricordare che la vendita di stupefacenti in Italia è illegale, e che conseguentemente chi la consuma, in ultima istanza, ha dovuto rivolgersi ad uno spacciatore, alimentando cosi' il mercato illegale e le organizzazioni criminali che lo gestiscono.
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