Fareste a meno della carta igienica? A meno che non siate ecologisti incalliti (o incredibili zozzoni), la risposta è no. Eppure i rotoloni soffici, morbidi e resistenti come li conosciamo non esistono da sempre. Pionieri della pulizia intima furono ancora una volta gli orientali: la prima apparizione di carta usata per pulirsi "lì" risale al XIV secolo, nella Cina dell'imperatore Zhu Yuanzhang. Ma, ahinoi, ci volle mezzo millennio prima che anche gli occidentali abbandonassero foglie, pezzi di vestiti, gomitoli di lana e fogli di giornale per cominciare a trattare con più delicatezza i propri "posteriori".
Genio o ciarlatano?
Nella sua ricerca Bum Fodder: An absorbing history of toilet paper Richard Smyth racconta che il benefattore delle nostre parti intime, il newyorkese Joseph C. Gayetty, presentò la sua invenzione agli americani negli anni 1850. Mentre la prestigiosa rivista Scientific American ne parlava in termini di«scoperta grandiosa e ineguagliabile» la comunità di medici guardava con sdegno e sufficienza la trovata dell'imprenditore, considerato un ciarlatano poiché sosteneva che la sua "Medicated Paper" (questo era il marchio) evitasse la comparsa di emorroidi, causate, sempre secondo Gayetty, dall'inchiostro dei giornali comunemente usati per la pulizia intima. In realtà non avevano tutti i torti: le emorroidi non furono debellate, ma la Medicated Paper ebbe un grande successo tra i consumatori, che apprezzavano la possibilità di potersi pulire con più delicatezza. Così la carta di Gayetty colonizzò i primi scaffali dei drugstore statunitensi.
A strisce
Incredibile: senza schegge!
Da lì alla produzione di massa il passo fu breve: la carta di Gayetty ebbe tanto successo che altre aziende cominciarono a produrne delle imitazioni. Naturalmente si era ben lungi dai confortevoli rotoloni a due, tre, quattro veli di oggi, basti pensare che lo slogan della Northern Tissue dichiarava: "senza schegge!" (e siamo negli anni 1930!).
I rotoli fecero la loro comparsa nel 1879, grazie alla Scott Paper Company. La carta a due veli - più facile da sciogliere nel wc - comparve invece nel 1942.
Lusso non scontato
In Europa, ma soprattutto in Italia, la carta igienica venne considerata un lusso fino a Novecento inoltrato. Si racconta che nel 1901, per una visita dei sovrani russi a Parigi, un funzionario del protocollo francese, credendo di usare agli ospiti grande riguardo, avesse fatto preparare per i bagni a loro riservati una speciale carta igienica, che recava stampato lo stemma imperiale russo. Per fortuna i suoi superiori se ne accorsero in tempo, evitando all’ultimo momento la gaffe.
Quanta ne consumiamo?
Secondo una ricerca del Worldwatch Institute nel 2005 ogni persona ha consumato in media 3,8 chili di carta igienica, con picchi di 23 chili pro capite in nord America.
Ne faremo a meno?
Difficile dire se un giorno potremo farne a meno, ma ci sono dei paesi che vanno in controtendenza. Nel 1980, per esempio, l'azienda Toto ha lanciato il Washlet, che nel 2009 era utilizzato già dal 72 per cento dei giapponesi.
Sara Zapponi
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