Aveva denunciato di avere ricevuto lettere di minacce da parte di qualcuno che voleva impedirle di tenere lezioni sulla legalità nell'istituto tecnico di Vibo Valentia in cui insegna, ma in realtà le lettere le aveva scritte lei stessa.
Aveva denunciato di avere ricevuto lettere di minacce da parte di qualcuno che voleva impedirle di tenere lezioni sulla legalità nell'istituto tecnico di Vibo Valentia in cui insegna, ma in realtà le lettere le aveva scritte lei stessa. Per questo motivo la squadra mobile di Vibo ha notificato ad una professoressa, A.M., di 43 anni, un avviso di conclusione delle indagini preliminare emesso dal pm Santi Cutroneo con le ipotesi d'accusa di simulazione di reato e procurato allarme.
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 23 agosto ed 17 ottobre 2013. L'insegnate, a più
riprese, aveva segnalato alla polizia che ignoti, tramite lettere anonime, le intimavano di desistere dall'affrontare temi riguardanti la legalità, attività questa da lei svolta in passato nell'ambito di progetti scolastici. La donna oltre a mostrare le lettere anonime ricevute sia a casa che a scuola, aveva anche riferito che in una occasione tre persone non identificate l'avevano attesa vicina alla sua autovettura e minacciata. Già dalle prime indagini della squadra mobile vibonese erano emersi i primi dubbi sul racconto della donna, per cui il magistrato ha disposto una perizia calligrafica confrontando gli scritti anonimi con altri vergati di pugno dalla docente. La comparazione è stata fatta dagli esperti del Gabinetto regionale di Polizia scientifica di Reggio Calabria ed il risultato è stato che l'autore delle lettere di minacce era la stassea professoressa.
gazzettadelsud
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