C'è paura a Mazara per una banda di malavitosi che ha compiuto, probabilmente, due rapine in una settimana. L'ultima, in una villa, ha procurato un bottino da 100.000 euro. . Hanno atteso che i proprietari uscissero di casa, poi hanno sfondato la porta della cucina, poi hanno messo sottosopra le stanze, rubando di tutto. Il colpo è stato messo a segno venerdì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.30, in una traversa di via Castelvetrano, e dalla villetta sono spariti gioielli in oro, computer, televisori, materiale elettronico, corredo e altri oggetti di valore. Hanno portato via anche le creme di bellezza Chanel trovate in bagno. Rubati anche i regali della laurea della figlia dei proprietari che avevano festeggiato qualche giorno prima. Inoltre i padroni di casa hanno trovato in camera da letto tracce di urina lasciate dai ladri. Sulla vicenda indagano i carabinieri. L’abitazione è di proprietà di un architetto mazarese. Secondo quanto appreso, i proprietari si sarebbero allontanati per circa due ore e non immaginavano di trovare l’appartamento svaligiato.
Due giorni prima, mercoledì, la stessa banda di rapinatori è entrata nell’appartamento di un commerciante in contrada Santa Maria. In questo caso i malviventi hanno legato ad una sedia i due proprietari e un parente che si trovavano all’interno dell’abitazione e poi li hanno rinchiusi in una stanza. Dalla pistola di cui erano in possesso sarebbe partito un colpo d’arma da fuoco. Su questa vicenda indaga la polizia del locale commissariato.Ad agire sono stati quattro uomini incappucciati. Questo il racconto della donna, G.L., di 56 anni «Erano circa le 21,40 e stavamo cenando. Ad un certo punto abbiamo sentito un forte rumore e dopo pochi secondi ci siamo trovati davanti quattro uomini, tutti a capo coperto, uno armato di pistola e altri di spranghe ed un piede di porco. Ci hanno immobilizzato, parlavano con un accetto marcatamente dell'est europeo. Sorpreso, mio fratello, 42enne affetto da sindrome down, ha chiesto spiegazioni, è stato scaraventato per terra e poi calmato dagli stessi rapinatori. Fortunatamente - ha sottolineato - nessuno ha perso la testa, abbiamo mantenuto sangue freddo. Mi hanno chiesto insistentemente, passandosi la pistola, di dare loro soldi e oro. Ho spiegato che l'oro mi era stato prelevato a causa di un furto subito quasi due anni fa, dopo una discussione, sono riuscita a convincerli ed ho consegnato quanto avevo, cioè circa 800 euro. Poi ci hanno chiusi a chiave in una stanza chiedendoci di aspettare di uscire dalla finestra. Una volta liberi abbiamo chiamato la polizia».
La donna ha aggiunto: «Non possiamo prendercela con le forze dell'ordine, fanno quello che possono con le risorse a disposizione, ce l'ho con lo Stato e la giustizia che permettono a queste persone di non essere giudicate nei loro Paesi, dove vi sono pene più severe; anzi paghiamo loro anche le spese processuali per poi vederceli di nuovo, dopo pochi mesi, nuovamente in giro a compiere crimini. Nel frattempo siamo costretti, insieme a tutte le altre famiglie della contrada a vivere nel terrore di altre visite».
Fonte: marsala.it
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