Ha ammesso l'omicidio dopo un interrogatorio durato tutta la notte e ha spiegato anche il movente: e' una confessione piena quella di Antonio Incandela, il 33enne arrestato per l'assassinio di don Michele Di Stefano.
L'indagato, con precedenti per incendio, ha detto ai pm coordinati dal procuratore di Trapani Marcello Viola di non sopportare le omelie del sacerdote:don Michele avrebbe abbondato in particolari sui 'misfatti' della piccola comunita' rendendo riconoscibili le identita' delle persone a cui si riferiva.
L'uomo non avrebbe problemi mentali e secondo gli inquirenti, che lo seguivano da tempo, avrebbe anche una notevole abilita' nello sfuggire alle indagini. Incandela era disoccupato ed aveva vissuto, negli ultimi tempi, a Pantelleria.
ANSA
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