LA VIOLENZA SULLE DONNE E L’OTTO
MARZO.
In virtù della legge della
giungla, secondo cui il più forte domina il più debole, nel corso d’interi
millenni, la donna, perché geneticamente meno forte, ha subito violenze fisiche
e psichiche dall’uomo.
Agli inizi del 1900, con
l'introduzione delle macchine nei lavori più pesanti, la civiltà maschilista
incomincia a tramontare; nello stesso tempo, inizia timidamente l’emancipazione
della donna.
In Italia, fino a qualche
decennio fa, l’art. 144 del Diritto di Famiglia citava espressamente: “Il
marito è il capo della famiglia, la moglie segue la condizione civile di lui,
ne assume il cognome ed è obbligata ad accompagnarlo ovunque egli crede
opportuno di fissare la sua residenza”. Inoltre, nell’uxoricidio, l’uomo godeva
di attenuanti, considerando “delitto d’onore” l’omicidio di gelosia.
Fino al 1919 la moglie non poteva
disporre dei propri beni senza l’autorizzazione del marito.
Non tutte le ragazze potevano liberamente scegliere il proprio
marito poiché un pretendente non corrisposto poteva, con l’aiuto di qualche
complice, sequestrare la ragazza e violentarla. Regolarmente seguiva il
matrimonio riparatore. Infatti, la ragazza era costretta a sposare il suo
violentatore o restava zitella perché non era più vergine. L’articolo 544 del codice penale prevedeva
che per i delitti di violenza carnale, il matrimonio avrebbe estinto il reato,
anche per gli eventuali complici. In seguito, l’articolo 1 della legge 442 del
5/8/1981, abrogando l’art. 544, ha abolito la possibilità di cancellare con il
matrimonio una precedente violenza sessuale.
Purtroppo l’eco della civiltà
maschilista continua ancora ai giorni nostri; la violenza, infatti, ancora non
si è fermata: la stampa riporta quotidianamente casi di stupro e d’altre
violenze sulla donna che, per la vergogna, fino ad alcuni anni fa, non faceva
mai denuncia.
Una volta la donna era
considerata l’angelo della casa, il centro, il fulcro, attorno al quale tutti i
familiari giostravano. Purtroppo, la casa era anche il suo carcere.
Difficilmente una donna poteva avere un ruolo chiave nella società.
In Italia per la parità uomo –
donna è stata emanata la legge 125/1991 con lo scopo di rimuovere gli ostacoli
che ancora impediscono la completa concretizzazione di detta eguaglianza. La
legge prevede e precisa la possibilità di adottare misure che consentono di
creare le condizioni adeguate per le donne di esprimere pienamente le proprie
capacità e potenzialità nei luoghi di lavoro.
Presso i popoli Occidentali ormai
la sua emancipazione è pressoché totale, purtroppo, presso popoli
sottosviluppati ed i Musulmani, essa deve sottostare ancora ai voleri
dell’uomo, che la considera come un oggetto di sua proprietà. Fra le violenze
subite presso questi popoli la più grave è l’infibulazione o clitoridectomia,
che consiste nella mutilazione sessuale con taglio parziale o totale del
clitoride, accompagnata, talvolta, dalla chiusura quasi completa della vulva,
onde impedire alla donna di avere
rapporti sessuali. Gli effetti dannosi sulla salute di queste povere vittime
vanno dalle complicazioni e disfunzioni sessuali e psicologiche alle infezioni.
Tale triste usanza si pratica ancora presso i Musulmani e presso alcune tribù
primitive africane come gli Yoruba, Edo, Ibo, Ekoi, Masai. Si calcola che nel
mondo ci siano 130.000.000 di donne mutilate del loro sesso e che ogni anno
3.000 bambine subiscono questo trattamento. In alcuni casi le leggi vietano
tale intervento, ma le madri, per ignoranza, continuano a praticarlo in
occasione di particolari riti iniziatori o durante le cerimonie di pubertà,
perché questo fa parte della loro cultura.
Dopo una fase di
liberalizzazione, il 27/09/1996, le donne afgane hanno perso il diritto di
avere un volto, una voce, potersi incontrare.
Il 25/11/1960 nella Repubblica
Dominicana le sorelle Patria Minerva e Maria Teresa Mirabel sono state uccise
perché impegnate nella lotta di liberazione contro il generale Trujillo.
Fu l’otto marzo del 1908, quando
a New York morirono bruciate vive tutte le operaie di una fabbrica tessile.
Esse protestavano per rivendicare dei diritti, ma il proprietario della fabbrica
bloccò tutte le uscite e appiccò il fuoco.
Per quanto riguarda la Sicilia, per
merito di tre donne coraggio le donne siciliane sono riuscite ad uscire fuori
da questo tunnel che sa di medievale fattura ed iniziare la scalata verso
l’emancipazione: Rita Atria e Piera aiello, di Partanna, appartenenti a
famiglie mafiose, si sono ribellate e hanno collaborato con la giustizia,
mentre Franca viola si è ribellata al suo stupratore e non l’ha voluto sposare
denunciandolo e facendolo condannare.
Oggi l’otto marzo è una festa molto
attesa dalle donne, per festeggiare la loro conquista sociale, ma anche per esprimere
la loro solidarietà a quelle del terzo mondo, ancora succubi della civiltà
maschilista. In tale giorno esse sono contente di andare controcorrente, di
pranzare al ristorante con le amiche e, per una volta, essere servite a tavola.
I più contenti sono i ristoratori, che si trovano i locali pieni di clienti.
In occidente detta emancipazione
è avvenuta per gradi; evito di riportare i dati delle varie tappe di conquiste
e mi limito a quelli che si riferiscono al suffragio universale, in altre
parole al diritto al voto esteso alle donne: nel 1835 nasce in Inghilterra un
movimento femminile che chiede il diritto al voto anche per le donne. Questo
diritto fu riconosciuto nel 1866 in Svezia, nel 1906 in Finlandia, nel 1909 in Norvegia,
nel 1915 in Danimarca, nel 1917 in Russia, nel 1918 in Inghilterra, nel 1920
negli Stati Uniti, in Francia nel 1945, e in Italia il 02/06/1946.
Ben venga il femminismo e la
completa emancipazione della donna, ma come rimediare al calo continuo dei matrimoni,
dei tassi di natalità e l’aumento dei divorzi?
Se dal punto di vista giuridico la
donna ha la parità con gli uomini, nella vita reale ogni giorno si assiste ad
omicidi perpetrati da uomini verso le loro mogli o compagne. L’uomo
inconsciamente non vuole perdere il ruolo di maschio dominante e si vendica con
delitti efferati.
I ragazzi d’oggi sono disadattati
per la mancanza della guida sicura della madre, che va a lavorare, o perché ricevono
lezioni gratuite di violenza e malcostume dalla televisione, che resta accesa
tutto il giorno. Essi, purtroppo, saranno anche la futura classe dirigente della
nazione.
Questa è l’altra faccia della
medaglia!
Se in occidente la donna ha
raggiunto un grado di emancipazione accettabile, in molte parti del mondo la
civiltà maschilista impone alla donna molte limitazioni. “donne che non sono
donne, donne che vivono nel buio, senza volto e senza voce. Donne che vivono in
un inferno senza scampo, oggetti di percorse, violenze, insulti e umiliazioni.
Molti uomini tengono le donne in casa, privandole di andare a scuola o
lavorare, di vestirsi come vogliono, di uscire senza essere accompagnate, di
innamorarsi; cancellano la loro identità obbligandole ad indossare il velo, che
le copre dalla testa ai piedi, nascondendo una vita di sottomissione. Esse,
sopportando soprusi ed angherie al servizio di padri e mariti, private di ogni
diritto, vittime della legge degli uomini, donne che, tuttavia, sognano di
essere un giorno libere.
VITO MARINO
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