Prima dell’avvento del gas
nelle nostre cucine, in tutte le abitazioni esisteva “lu cufularu” o “fucularu”
e la “furnacella a carvuni” sistemati in luoghi o posizioni diverse.
Potevano anche essere incorporati
nella stessa “gghiuttena”, dove il
focolaio era chiamato “cucina a
vapuri”, un sistema più moderno, perché
permetteva di utilizzare al meglio il
calore della legna bruciata.
Il carbone necessario per
cucinare con la “furnacella” era prodotta dal “carvunaru”. Carbonaio era colui
che produceva il carbone ma, impropriamente era chiamato anche chi lo vendeva
all’ingrosso o di casa in casa “abbanniannu” per strada.
Il carbone vegetale o carbone
di legna, che c’è da quando esiste il fuoco, è un combustibile prodotto dal
processo di combustione lenta e controllata della legna. Il processo di
carbonizzazione poteva durare fino a 5 o 6 giorni. Nelle carbonaie si
accatastano in genere dai 30 ai 40 quintali di legna da cui si ricavano dai 6
agli 8 quintali di carbone.
La produzione del carbone
vegetale è stata una attività economica importante per parecchie realtà locali
d'Italia nei secoli passati fino agli anni '50 e '60 del secolo scorso.
In famiglia il carbone si
otteneva facendo spegnere la brace ottenuta della legna bruciata nel forno o
nel focolaio in recipienti pieni d’acqua e quindi fatta asciugare scegliendo i
pezzi più grossi., mentre quelli più piccoli, la carbonella, si utilizzava
nello scaldino “scrafamanu” (scaldamano) o nel braciere.
Ho
visto un contadino che si produceva il carbone per suo uso familiare mettendo
la legna ben sistemata a forma conica, quindi la copriva con uno strato di
terra argillosa battuta, con dei buchi per il fumo nella parte superiore,
mentre dal basso attraverso un piccolo spazio libero accendeva il fuoco.
Il
carbone, dopo la legna d’ulivo, era il combustibile più usato per cucinare.
La
famiglia Saporito, molto nota a Castelvetrano per le loro immense ricchezze,
oltre a possedere terreni per frumento, coltivazioni arboree, vigneti e
pascoli, avevano dei boschi alla “carvunera” nella zona di Palermo, per la
produzione di carbone.
VITO
MARINO
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