Trapani – Respinge ogni accusa l’ex comandante della squadra nautica
della questura di Trapani, Gaetano Priulla, cinquantasei anni, ispettore di
polizia in pensione, ascoltato ieri dal Tribunale di Trapani, nel processo che
lo vede imputato per violenza sessuale, minacce e stalking. L’ispettore avrebbe
abusato dell’ex amante, di quarantadue anni, moglie di un collega, con la quale
ha intrattenuto una breve relazione extraconiugale. Il procedimento scaturisce
dalla denuncia presentata dalla donna, che si è costituita parte civile. Secondo
l’accusa, la donna sarebbe stata costretta, con forza, ad avere rapporti
sessuali con l’uomo. L’ex amante ha riferito di avere intrattenuto per un
periodo una relazione extraconiugale con l'imputato. Nel gennaio di due anni fa
avrebbe deciso di troncare il rapporto. Priulla, contrario alla
fine della relazione, l’avrebbe condotta in un’abitazione e sottoposta a
violenza sessuale. Il sovrintendente avrebbe anche minacciato l’amante di
ritorsioni nei confronti del marito nel caso in cui avesse concluso la relazione
e denunciato i fatti alla polizia. “Contro di me ci sono solo accuse false ed
abominevoli. Non mi sono mai macchiato di nulla”. Gaetano Priulla, respingendo
le accuse, ha sostenuto in aula che la relazione non si è mai interrotta. “Anche
dopo che il marito ha scoperto tutto – afferma l’imputato – abbiamo continuato a
frequentarci”. Priulla ha aggiunto di avere anche tentato di interrompere il
rapporto: “Volevo porre fine a questa relazione impossibile”, ma l’amante
avrebbe continuato a cercarlo. Nell’udienza di dicembre, il sovrintendente,
tramite il suo difensore, Donatella Buscaino, ha dichiarato di potere dimostrare
la falsità delle accuse che gli vengono contestate. Si è detto pronto a
consegnare ai giudici quattro telefoni cellulari e dodici sim utilizzati da lui
e l’amante durante la relazione. Gli apparecchi contengono 116 messaggi che lui
ha già provveduto a trascrivere, attraverso i quali è possibile accertare il
tenore dei rapporti da lui intrattenuti con la presunta vittima. L’avvocato
difensore aveva chiesto al Tribunale di nominare un perito per disporre la
trascrizione, ma il pubblico ministero, Paolo Di Sciuva, si era riservato di
pronunciarsi solo dopo l’audizione dell’imputato. Secondo il legale di parte
civile, l’avv. Nino Sugamele, la produzione andava fatta in fase d’indagine,
rilevando l’intempestività e l’irritualità della richiesta ed opponendosi
all’acquisizione del materiale. La donna, sentita nel corso del dibattimento, ha
dichiarato che dopo che lasciò il sovrintendente, lui avrebbe iniziato a
perseguitarla. Ribadendo che nel corso di un incontro avrebbe anche abusato di
lei costringendola a subire un rapporto sessuale. “Era consenziente”, ha
ribattuto Priulla respingendo ogni accusa. Nella prossima udienza si assisterà
alla requisitoria del pm Di Sciuva e alle arringhe degli avvocati di parte
civile e difesa.
Fonte: SICILIAUNOPOLIS
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