La protesta è la forma più espressiva della
democrazia. Se l’amministrazione della cosa pubblica e della giustizia spetta
al governo e al parlamento, il controllo sul loro operato spetta al popolo
attraverso lo sciopero, la protesta democratica di piazza e l’esercizio mirato
del voto.
Per una serie di manovre
sbagliate da parte del governo e per lo sperpero del denaro pubblico, l’Italia si trova economicamente, oltre che eticamente,
in brutte acque. Oggi, nonostante il salasso operato dal governo Monti agli
italiani, il debito pubblico continua a salire, così avviene con lo Spled,
mentre il Pil scende, la popolazione è ridotta alla miseria.
La rivoluzione culturale ha avuto un seguito per
gli avvenimenti internazionali: disgregazione dell'URSS, la strage di Piazza
Tien An Men e la crisi delle ideologie, con il crollo del muro di Berlino. Oggi
si spera che questo nuovo volto della politica italiana riesca a sanare
l’economia dissestata e,
principalmente, a moralizzare il
parlamento e la politica corrotta.
La stampa quotidiana ci segnala la
corruzione di molti politici, i privilegi parlamentari e lo spreco del pubblico
denaro. Alle votazioni del 24 febbraio 2013 ha prevalso il voto di protesta contro
questo sistema. Si è calcolato che i giovani dai 18 ai 25 anni abbiano votato,
per dissenso, il partito Cinque Stelle di Peppe Grillo. Un voto di speranza che
dovrebbe fermare la crisi economica e debellare la partitocrazia e la politica
corrotta che ha governato l’Italia.
Ne è convinto anche il presidente
del parlamento europeo, il social-democratico tedesco Schulz: - “Il risultato
elettorale italiano è un chiaro messaggio di protesta contro la politica
europea e l'austerità imposta prima di tutto dai governi nazionali. Prendiamo
atto che c'è stato un massiccio voto di protesta contro la politica di
consolidamento fiscale, per questo bisogna lavorare per coniugare il rigore
fiscale con la crescita e la lotta alla disoccupazione, in particolare tra i
giovani”.
Questa protesta democratica giovanile
mi fa ricordare, per similitudine, quella avvenuta negli anni ’60 ’70, rimasta famosa
nella storia come la protesta del ‘68.
Quelli furono anni di profondi
cambiamenti. Il più importante fu il boom economico, frutto dell'espansione
edilizia e della diffusione della vendita rateale, che incrementò il commercio di
beni di consumo. Per la prima volta nel governo entra il Partito Socialista, il
Pil cresce.
Se il ‘68 non ha conquistato il
potere politico ha però gettato le basi per una vera e propria rivoluzione
culturale; fu un movimento che ha prodotto cambiamenti radicali nel costume,
musica, cinema abbigliamento, nei rapporti sociali e in quelli tra padri e
figli, per non parlare del linguaggio, dei diritti del bambino e del giovane; nella
conquista dello Statuto dei lavoratori, sul divorzio e sull'aborto. Inoltre, ha
prodotto, come effetto indotto, la nuova legislazione sulla scuola e
l'università. In quegli anni “I Giganti” cantavano “mettete dei fiori sui
vostri cannoni”.
VITO MARINO
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