Il pm Nicola Scalabrini ha formalizzato, in aula, a Marsala, la richiesta di rinvio a giudizio per dodici persone rimaste coinvolte in un'indagine della Guardia di finanza di Castelvetrano con l'accusa di truffa ai danni dello Stato commessa attraverso i meccanismi della legge 488 del 1992.
Il processo è stato chiesto per alcuni imprenditori, che hanno chiesto e ottenuto i contributi pubblici per la realizzazione di un albergo a Selinunte Belice Mare (da anni già in funzione), e
commercianti e artigiani fornitori di beni e prestazioni d'opera che avrebbero emesso quelle «false fatture» necessarie per incassare gli «indebiti» finanziamenti. Contestati, a vario titolo, anche i reati di false dichiarazioni ed evasione fiscale.
Fonte Marsala.it
commercianti e artigiani fornitori di beni e prestazioni d'opera che avrebbero emesso quelle «false fatture» necessarie per incassare gli «indebiti» finanziamenti. Contestati, a vario titolo, anche i reati di false dichiarazioni ed evasione fiscale.
Nell'indagine sono coinvolti i castelvetranesi Giovanni Cascio, di 66 anni, Girolamo Grande, di 59, Eugenio Brillo, di 62, Mario Aldo Brillo, di 58, Giacomo Fundarò, di 68, e Calogero Maggio, di 44, i marsalesi Antonino Titone, di 55, Salvatore Ciaramidaro, di 59, e Girolamo Bartolomeo Castiglione, di 51, i mazaresi Nicola Pizzo, di 59, e Settimo Fabio Giacalone, di 26, e il campobellese Giuseppe La Chiana, di 47.
Di spicco le figure di Cascio e Grande. Quest'ultimo è un ex muratore che in pochi anni è diventato un importante costruttore, con interessi anche a Marsala, dove ha realizzato un grosso immobile nei pressi del porto.
Artefici della truffa, secondo l'accusa, sarebbero Cascio, amministratore della Seven Turist, Grande, amministratore della Grande Immobiliare (con Eugenio Brillo) e della Costruzioni immobiliari, Amedeo Brillo, direttore dei lavori della Seven Turist, e Fundarò, amministratore della A.S. Costruzioni. La struttura alberghiera è composta da tre corpi di fabbrica (per 88 camere, su due piani e cantinato). False fatture e false dichiarazioni, secondo gli investigatori, indussero il ministero delle Attività produttive ad autorizzare, nel maggio 2005, l'erogazione di un finanziamento di 934.704 euro (a carico del bilancio nazionale) e 400.586 euro (bilancio regionale) e poi, nel novembre 2006, di 1.335.292 euro.
Per gli avvocati difensori, però, non sono state commesse irregolarità. Per questo hanno chiesto il proscioglimento di tutti gli imputati. La decisione del gup è attesa per il 21 marzo.
Fonte Marsala.it
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