La ricerca del boss Matteo Messina Denaro prosegue in maniera silenziosa. Quando lo arresteremo ve lo comunicheremo...''.
Lo ha detto il questore di Palermo Nicola Zito rispondendo ai giornalisti che, durante i tradizionali saluti di fine anno, gli hanno chiesto a che punto e' la ricerca del numero uno di cosa nostra Matteo Messina Denaro, ricercato da anni
e ritenuto la primula rossa per eccellenza.
e ritenuto la primula rossa per eccellenza.
ESTORSIONI. 'Le estorsioni non scompariranno con cosa nostra''. Lo ha detto il questore di Palermo Nicola Zito parlando con i giornalisti del fenomeno estorsivo nel capoluogo siciliano. Nonostante le denunce di estorsione siano diminuite, da 34 ad appena 18, in un anno, pari al -47%, il questore Zito sostiene: ''Io vedo un trend positivo, siamo sulla buona strada. E' un fenomeno presente e diffuso sul territorio''. E ha ricordato i numerosi arresti nel quartiere della Noce ed in altre zone della citta' di estorsori del pizzo. ''Noi piu' di quello che facciamo non possiamo fare'' ha sottolineato il dirigente della Squadra Mobile Maurizio Calvino. E il questore aggiunge: ''C'e' un trend di denunce costante, continuiamo con questa 'primavera culturale'. Che cosa nostra sia in difficolta' e' evidente ma fare attivita' antimafia non e' solo l'aspetto repressivo. Insomma, io ribadisco che vedo un trend positivo ma certo non cosi' impetuoso''.
IL 2012 DI MESSINA DENARO. Sono state diverse le operazioni di polizia e carabinieri che, nell'anno che si sta per chiudere, hanno cercato di fare terra bruciata intorno a Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. L'ultima operazione è di qualche giorno fa, il 7 Dicembre, denominata Mandamento, che ha colpito le cosche mafiose più vicine al super latitante Matteo Messina Denaro. Ed è stato un colpo inferto non solo alla solita organizzazione di capi mafia e gregari vecchio stampo, ce ne sono due in particolare, Paolo Rabito e Antonino Nastasi, capi mafia vecchia generazione – Rabito è indicato da Brusca come la persona che avrebbe accompagnato il senatore a vita Andreotti ad un incontro con i mafiosi, vicenda però ritenuta non credibile dai giudici che processarono l’ex premier – ma vi sono personaggi che certo non possono essere definiti insospettabili ma che nonostante l’alone che li circondava sono riusciti a fare carriera politica, come il consigliere provinciale Pdl Santo Sacco, ex consigliere comunale a Castelvetrano, per anni sindacalista della Uil. In un rapporto della Dia, quello relativo alla proposta di sequestro dei beni contro il patron Valtur Carmelo Patti, del quale sarebbe stato ottima spalla per i suoi affari, di Sacco si parla come colui il quale all’inizio della latitanza di Matteo Messina Denaro, si occupava della raccolta dei pizzini da e per il boss, come ha raccontato il pentito di Alcamo, Vincenzo Ferro che era uno di quelli che portava a Sacco questi pizzini. E’ stato accertato come l’organizzazione fosse in grado di monitorare le opere di maggiore rilevanza sul territorio, mediante il sostegno del politico Santo Sacco e dell’imprenditore Salvatore Angelo di Salemi, che sarebbe stato anche in stretto contatto con gli allora latitanti Sandro e Salvatore Lo Piccolo di Palermo, gli eredi diretti di Bernardo Provenzano. L’infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita pertanto da rapporti collusivi con esponenti di rilievo dell’imprenditoria e dell’amministrazione pubblica, ha abbracciato diversificati ambiti di intervento, spaziando dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello relativo alla realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l’interesse di cosa nostra per le cosidette "biomasse".
Fonte: Marsala.it
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