IL SANTO NATALE, SIGNIFICATO USI E TRADIZIONI
Secondo una leggenda danese, un quarto Re Magio, sarebbe giunto a mani vuote, perché aveva donato durante il viaggio le tre grosse perle che voleva portare a Gesù: una a un locandiere in cambio
dell'o¬spitalità per un vecchio, un'altra ai briganti per liberare una fanciulla e la terza ad un soldataccio per salvare un bambino. Gesù commosso, gli tese le manine e sorrise.
dell'o¬spitalità per un vecchio, un'altra ai briganti per liberare una fanciulla e la terza ad un soldataccio per salvare un bambino. Gesù commosso, gli tese le manine e sorrise.
Evidentemente si tratta di una leggenda, ma sta a significare che la ricorrenza del Santo Natale oggi ha assunto un significato diverso da quello religioso.
Oggi, malgrado la crisi economica, il Natale si festeggia all’insegna del consumismo fine a se stesso: illuminazione, negozi addobbati, spettacoli; si aspettano questi giorni per elargire regali, per fare delle grandi abbuffate e per fare acquisti per la casa e per capi d’abbigliamento anche non necessari.
Il Dio Denaro, che oggi governa il mondo, e la pubblicità ci spingono fra le braccia del consumismo, ci allontana sempre più dagli insegnamenti sani di Gesù Cristo e sta portando il mondo alla distruzione.
Purtroppo, le ricchezze di questo mondo sono limitate; gli stati più evoluti occidentali, sfruttando i popoli del terzo mondo, per troppo tempo hanno consumato e sperperato i beni prodotti nel pianeta.
I popoli poveri, perché sfruttati, oggi si stanno svegliando e il vento del benessere sta soffiando verso le loro parti. Ecco sorgere la crisi economica che, con la globalizzazione, livellerà la produzione e il consumo in maniera più equa fra tutti gli stati del globo. E’ un costo molto alto da pagare per i popoli occidentali abituati a sperperare le ricchezze e a guardare con distacco gli altri popoli più poveri. Purtroppo occorrerà fare ancora molti altri sacrifici, e dobbiamo abituarci ad un tenore di vita molto più basso.
Non si tratta di previsioni pessimistiche ma dalla logica della bilancia a due piatti: se un piatto sale l’altro scende, a meno che i pesi si distribuiscano in parti uguali. I beni del mondo restano sempre gli stessi, quello che cambia è la loro distribuzione.
Il Natale! E’ la festa più attesa dell’anno, pochi però si ricordano che si tratta di una ricorrenza religiosa; nessuno si ricorda che Gesù Cristo è nato nella massima povertà, in una mangiatoia, per insegnare all’umanità la giusta via da seguire. L’umiltà, la carità, la bontà, il perdono diffusi dal Vangelo, che sono alla base di una società civile, sono rimasti degli elementi grammaticali che non si usano più nemmeno a scuola.
Si è quasi tolto di mezzo il Bambino Gesù, il Salvatore fatto uomo, per salvare l’umanità. Lo si è quasi reso una favola da raccontare ai bambini; è stato talmente sommerso da esteriorità da renderlo un fatto che non sorprende e che non fa più meditare.
La felicità è quella ricchezza interiore che si può raggiungere soltanto quando si vive nella semplicità e nel rispetto del prossimo. A nulla valgono le abbuffate l’alcool, la droga e il sesso scondizionato di “bunga bunga”.
Benessere e sazietà non sempre sono sinonimo di felicità.
Natale significa tornare bambini, spogliarsi di tutte quelle sporcizie di cui si veste l’umanità e restare nudi come Gesù Bambino. Durante la passata civiltà contadina molto povera, per la gente umile di allora bastava una semplice festa religiosa per far provare loro la vera gioia dell’anima, quella che non conosce il logorio della vita.
Durante la passata civiltà contadina, molto povera, ma forte e sana moralmente, l’atmosfera gioiosa natalizia si creava nel preparare il presepe e “li cosi duci” fatti in casa, in compagnia della “cummaredda” e dei parenti. Per nove giorni, dal 16 al 24 dicembre, la gente con tanta letizia si recava in chiesa alle quattro e mezza di mattina per assistere alla novena, ai canti natalizi e alla nascita di “lu Bomminu”.
Che il Santo Natale ritorni ad essere la vera felicità, del corpo e dello spirito!! Un felice e sereno Natale a tutti.
VITO MARINO
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